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Aggiornato: 13 giugno 2025


Ma nello sforzo del vomito la pelle della fronte tendendosi, apparivano a traverso la cute le macchie scure della stasi. Mia madre gittava un grido. Andiamo, andiamo. Vieni via con me le ripeteva mio fratello, tentando di trascinarla. No, no, no. E il medico dava un altro cucchiaino di etere. E l'agonia si prolungava, e lo strazio si prolungava.

Spirito, che sia parmi impossibile significare, ma neppure negherai l'uomo risultato di materia e di spirito. La materia diretta dallo istinto e legata a quello serva sempre degli appetiti fisici, e come serva costretta; lo interesse proprio le tiene corta la cavezza: però negativa, ripiegata in stessa, agevole preda a cui impera; molto su lei può l'agonia di possedere, molto altresì la facolt

Il medico tentò ancora di richiamare quella povera vita fuggente: ma l'etere non valse più a prolungarle l'agonia. Erano paralizzate le contrazioni del cuore; le respirazioni non più di sei al minuto. Albertina s'inginocchiò presso la sponda del letto, pregando. Anch'egli inginocchiato, il conte Ettore copriva la mano di Gisella delle sue lagrime silenziose.

Questa volta era l'agonia, un epilogo più incomprensibile ancora di quella muta tragedia, perchè il bambino non aveva mai potuto parlare; ma sebbene il suo corpicino apparisse anche troppo fragile, le convulsioni vi scoppiavano con una violenza quasi di odio.

L'inerzia, nella quale si era per eccesso di chiaroveggenza condannato durante il periodo rivoluzionario, gli aveva prodotto nell'anima una specie di sdegno contro medesimo che l'azione solamente avrebbe potuto calmare. L'agonia d'Italia gli diventava rimprovero alla calma della sua vita di cacciatore e di prete. Bisognava pur soffrire e morire in un'ora che Dio aveva concesso alla morte.

L'agonia del vecchio si faceva sempre più dolorosa; e pareva che la morte non potesse vincere un uomo indurato a tante prove.

D'improvviso uno squillo, forte e nitido, cadde dall'alto, e rimbombò nell'aria tragicamente. Che è questo? È Baccio che suona l'agonia per la Gina. E abbandonati i fornelli, e accostatasi ad una scranna, la povera creatura cadde ginocchioni. O memoria della mia giovinezza!.... Contemplai per un istante quella testa grigia, e involontariamente piegai un ginocchio al suo fianco.

12 aprile. Eravamo soli in una cameretta disabitata del sacrestano: c'era una crociona nera dei morti: un canapè: delle seggiolaccie: un tavolo sconnesso.... Sui monti imperversò un uragano. Lei aveva paura dei lampi.... Si schiarì il cielo: tornò il sole, bellissimo: la montagna divenne festante. Io lessi l'agonia suprema del mio Tintoretto! Che speranze, che fede nell'arte! Che baldanza nel guardare al mio futuro! Chi rid

Cantasirena rimaneva accasciato, affranto: Non avvilirmi tu pure!... Non imperversare contro di me! Pensa al mio passato, splendido, glorioso, alla mia vita di sacrifici, di lavoro.... a quello che ho fatto per tutti, anche per te, e risparmiami l'ultimo colpo.... non abbeverare di fiele l'agonia delle mie più belle speranze!

Il Vespro è l'íncubo della mia splendida Musa, che veglia serena ed ilare; E a me gli esametri, nella notturna Ora, dall'urna Dorata, prodiga mescendo; il Vespero Ha, nella tremula penombra, il dubbio E, nella mistica melanconia Ha l'agonia!

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