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Aggiornato: 10 giugno 2025


Poi la rimise giù adagino e le riassettò intorno al collo le coltri. Il notaio riprese a domandare: Che sorta di testamento vuol ella fare signora marchesa? pubblico o segreto? Segreto, segreto: rispose il curato che non aveva ancora detto sillaba, e presa d'in sul tavolino una carta ripiegata in quadrato e chiusa da più sugelli di cera lacca, la porse al pubblico uffiziale: ed eccolo qui.

Non ha mica ricevuto qualche cattiva notizia? chiese Maria appena egli ebbe ripiegata e posta in tasca le lettera. No, grazie, egli rispose. Tutt'altro. E compose il labbro a un sorriso, ma era un sorriso così languido, così forzato che metteva in maggior risalto l'espressione di mestizia diffusa in tutto il suo volto.

Ho dunque abbandonato l'assedio, e ripiegata la tenda; non più marcie forzate, speranze, timori, tutte le emozioni della lotta. Ho battuto la ritirata, per riprendere la vita monotona del soldato di guarnigione.

Egli non poteva muoversi; osava appena respirare.... l'aria stessa era così piena di lei.... era lei.... respirava lei in quella camera.... Lei che egli sentiva, ma non vedeva.... Vedeva, invece, le piccole babbucce vicino al letto, basso come un divano;... sulla poltroncina accanto una camicia bianca, ancora ripiegata, lieve come un soffio di trine, con un nastro rosa nel mezzo.

Furono introdotti i servi che dovevano servire da testimoni; Grisostomo trasse fuori dalle coltri il braccio destro della marchesa, levò dalle mani del curato la carta ripiegata, e la pose nella destra dell'inferma, poi le disse: Ecco: dia questa carta al signor notaio e gli dica: Questo è il mio testamento.

Ed ecco, gli capitava in quella vece alle mani una letteraccia in carta comune, mal ripiegata, peggio sigillata, e probabilmente piena di scarabocchi, sul fare di quelli che la soprascritta portava ad insegna. Basta, non è tutto oro nel mondo, e Ariberti doveva contentarsi per quella volta agli spiccioli di rame. Chi sa? poteva anche essere oro misto.

Era vestito di bianca tonica di lana di Cipro, con la stola ricamata di croci d'oro bellamente sul collo ripiegata, addosso negligentemente gittata rossa cappa, in testa il berretto di velluto di Costantinopoli, porporino anch'esso, i piedi in papuccie bianche con sopravi ricamate in oro l'ostia e la croce.

Signor cocchiere? gli disse, cavandosi la berretta d'incerato, e sforzandosi di sorridere. Che cosa c'è? rispose, sguardandolo in cagnesco, il gallonato Automedonte. Nulla.... ecco.... perchè, vede qui e si trasse di saccoccia una carta in forma di lettera, ch'egli stesso in fretta aveva ripiegata. Che cosa? dite su.

Ma la cameriera, senza frapporre indugio, corse a prendere il fiore e presentollo alla signorina, la quale facendo atto come di ricusarlo, percosso con la mano il calice di quello, ne uscì e cadde in terra una piccola carta ripiegata. È destino! è destino! esclamò la fanciulla, anche un anno fa.... anche un anno fa!!!

Quando spirò, gli chiuse gli occhi con una pezzuola ripiegata, e raccolse fra le braccia la cugina svenuta. La portarono nella sua camera, ma quando ricuperò i sensi era tanto sfinita che dovette mettersi a letto. La sua assenza di poche ore fu segnalata a tutti da qualche privazione. Il fuoco della cucina rimase spento fino a tarda notte.

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