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Favorito dai compagni e da circostanze speciali, il piano suo riuscì e fece ritorno in Etiopia con questo prezioso ricordo che seguì sempre la Corte laddove si accampava, finchè ad un'epoca di data incerta, ad esempio di Salomone, si convenne di costruire un tempio in Axum dove conservare il sacro deposito.

«Dovrei dunque rinunziare alla mia vendetta, perchè i suoi interessi stanno uniti a quelli d'Italia? Intanto mora egli, all'armi straniere provvedemmo.» «Distruggere gli stranieri non riesce così agevole come chiamarli; e voi con incerta speranza apportate al vostro paese danno certissimo.» «Disperisi l'anima di mio padre! Lo avreste voi fatto

Dalle cortine alte filtrava una trepidazione d’alba incerta e lontana; la stanza, fra quelle due luci, pareva sommersa, dispersa, in un fumo d’irrealit

Ahi! lusinghe latine, caro conte, disse la sua ospite; e lo presentò ai suoi amici. Una o due volte egli notò ch'essa lo guardava, un po' incerta, un po' ansiosa, come temendo ciò ch'egli potesse fare o dire. Ma Aldo, memore del carattere privato e politico delle sue mansioni, si guardò bene dal farne parola. Le signore partirono a una a una, poi partì anche il vecchio signore.

C'era una sola finestra in alto, da dove usciva poco fumo; e tra quel fumo, due manine che picchiavano con una chiave, e una figurina incerta tra il fumo che, mezzo soffocata, poteva appena gridare. La ragazzina! La ragazzina!... Don Luca saltò giù dalla scala col pericolo di fiaccarsi il collo. Anche oggi io ho un'idea molto confusa di quel che oprai in quel momento.

Egli non capiva, e non capì forse nemmeno più tardi, che se Garibaldi avesse preso Roma, l'Italia avrebbe dovuto proclamare subito la repubblica, essendovi tuttavia immatura per difetto di scienza e di coscienza. Garibaldi a Mentana aveva tagliato il nodo del papato e dell'impero, lasciando alla monarchia costituzionale d'Italia, larva incerta di repubblica, di strapparne i capi tre anni dopo.

V. Hugo. Se nel crocicchio d’una via deserta O in mezzo al mondo gaio e spensierato Incontrate un bambino abbandonato, Pallido il viso e la pupilla incerta; Che d’una madre il bacio ed il consiglio Abbia perduto, e pianga su una bara La memoria più santa e la più cara, Oh, portatelo a me!... Sar

E le vostre convinzioni religiose sono molto profonde? Profondissime; ma perchè questa domanda? Perchè io non amo affidare le mie cambiali a uomini di coscienza incerta, che oggi son cattolici e fra tre mesi.... protestanti!

Vado sola; devo comprar qualche cosa pel mio ricamo. Andrò sola. La voce erasi fatta rauca, incerta, con alterni suoni di metallo prossimo a fendersi. Non fi stancherai? osservò timidamente Emilia. Se tu aspettassi fino a domani? O vuoi mandare a prendere una carrozza? Stancarmi? Andare in carrozza? ripetè la giovanetta. Si direbbe che tu mi credi sempre in agonia.

E qui per dieci anni segue un continuo valicare e rivalicare di soldatesche d’ogni gente e d’ogni maniera, non sempre nemiche ma sempre infeste. Al villaggio della Thuille, il primo che s’incontri scendendo dal Piccolo San Bernardo in Italia, durano anche oggi il terrore e la memoria di lontane stragi e rapine; io intesi ancora raccontare lungo la valle una grande vittoria che una mano di contadini riportò, ora sono assai più di cent’anni, su di un formidabile esercito francese. Si tratta credo della resistenza opposta l’anno 1708, nella stretta di Pierre-Taillée, al marchese di Mouroy ed ai suoi quattro o cinquemila soldati. I Francesi, occupata la Valdigne, cioè l’alto bacino che comprende i villaggi di Entrèves, Courmayeur, St-Didier, Morgex e La Salle, volgevano verso Aosta; alle chiuse di Pierre-Taillée, gli abitanti delle terre vicine e pochi soldati, sbarrarono loro il passo. Il luogo è tale da non potersi a forza superare senza grandissima strage; il Mouroy, fallitogli il primo impeto, abbandonò l’impresa, sgombrò la Valdigne, e il Piccolo San Bernardo lo vide tornarsene scornato in Savoia. Vera battaglia non vi fu; ma i difensori, benchè scarsissimi di numero, avrebbero avuto animo e campo da sostenerla e da trionfarne. Nessuno dei valligiani rammenta ora il nome del capitano nemico, la data dell’impresa, la cagione della guerra; ma il fatto smarrito in una incerta nebbia leggendaria, amplificato dagli anni, prende nelle loro menti una grandezza epica, e il luogo, gi