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Una volta domandò: Lei, quando si è sposata? Loredana fremette e sentì che impallidiva; ebbe la tentazione di rispondere seccamente, brutalmente: «Non sono sposata; non voglio commedieMa gliene mancò l'ardire, e balbettò, guardando in un angolo: Il mese scorso.... A Venezia non è vero? incalzò la Teobaldi. Loredana non rispose.

Il giovine, andato a sedersi su d'una scranna di rincontro alla parete, rimase taciturno guardando il pavimento. La fanciulla non udendo risposta alla sua domanda, incalzò: Voi non siete uso a mentire, Lorenzo, fratello mio; vi ho udito sempre a dire la verit

Fai l'impostore, insomma! spiegò Nicla. , faccio l'impostore! confermò Bruno. Un bambinetto ingenuo, un po' tardo, mezzo addormentato, mezzo scemo? incalzò Nicla, non potendo trattenere un sorriso. Proprio così! dichiarò Bruno, battendo le mani. E perchè, povera mamma, perchè ingannarla?

Rammentate ancora i suoi torti? Com'egli rammenta i miei.... Non avete fatto pace? non vi siete spiegati? Nemmen per sogno!... E volete ch'io sia gelosa di lui, quando egli non è geloso di me? Superbi: tutt'e due troppo superbi! osservò Ariberto. Ma è vero o non è vero che Folco non è geloso? incalzò la contessa. Ariberto rise.

Essa versò, mise innanzi il vassoio a Filippo, riempì di cognac un bicchierino, glielo porse: egli lasciava fare, macchinalmente, e sorbiva il caffè, senza sentirne il gusto. Non capisco, disse a un tratto, rimettendo sul vassoio la chicchera. Non capisco. Loredana torna qui? Lei va a riprenderla?... E io.... La signora Emma non rispose, ma Filippo incalzò: Mi dica: non la vedrò più?

Quello, o ch'io sogno, è il vostro genero; gridò egli con ostentazione di allegrezza, più fatta per consolar l'ospite, che per esprimere il vero sentimento dell'animo. Capite, Fior d'oro? incalzò, rivolto alla contessa, mentre stendeva pure la mano al suo antico aiutante. Vostro genero! vostro genero!

Filippo scosse la testa; sapeva bene che vicina a lui, la giovane dimenticava ogni dolore, e la sua piccola risata squillante non gli provava nulla. Ma che cosa hanno detto? egli incalzò. La fanciulla gettò una rapida occhiata a Berto, il quale non si aspettava una domanda categorica. Chi se ne ricorda? egli fece, impacciato. Lei se ne ricorda, signorina?

Lilla ben si avvide del senso doloroso che quel nome aveva fatto sull'animo della fanciulla. Ma voi non lo conoscete, figliuola mia! diss'ella con voce affettuosa. Non lo conosco? non lo conosco? incalzò con veemenza la giovinetta. Così non avessi io mai udito profferire il suo nome!

Le faccio i miei complimenti; disse Ariberti, che non sapeva se avesse a fare con un impertinente, o con uno sciocco. Si tenga lontano dalla politica, e non abbandoni le dame; il meglio della vita è qui. Gliel'ho detto; incalzò il cavaliere di buona volont

Come mai al governatore saltò in capo di obbligarmi a fare questo? chiese Dhafar, leggendo la seconda lettera che il greco aveva levata dalla saccoccia. L'ignoro, ma probabilmente deve esserci il suo perchè. Dhafar guardò fissamente Notis e scosse il capo. A chi affiderete il comando della scorta? incalzò il tenente. Ad uno dei miei aiutanti di campo. E perchè no a me?