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Aggiornato: 3 giugno 2025
Sicchè continuò, alquanto impacciato m'hai proprio trovato per via? Sar
Il Vharè portava sempre l'anellino che gli aveva regalato lei, quello del Frascolini, la turchina colle rose d'Olanda, e ciò l'aveva fatta sorridere di compiacenza; e di più, aveva notato che sotto ad una disinvoltura apparente, il Vharè era impacciato e confuso. Il giorno dopo, Giacomo non si lasciò vedere nè all'Esposizione, nè sotto i portici di Po e nemmeno all'albergo, all'ora del pranzo.
Filippo scosse la testa; sapeva bene che vicina a lui, la giovane dimenticava ogni dolore, e la sua piccola risata squillante non gli provava nulla. Ma che cosa hanno detto? egli incalzò. La fanciulla gettò una rapida occhiata a Berto, il quale non si aspettava una domanda categorica. Chi se ne ricorda? egli fece, impacciato. Lei se ne ricorda, signorina?
«Senza punto esitazione Biale s'affrettò a dichiarare che quest'ultimo supposto non reggeva menomamente, e ch'egli di chi gli parlava aveva sempre avuto piena stima; ma poi circa allo svelare questo segreto motivo egli esitò, apparve manifestamente impacciato, e finì per dire che la memoria della stretta relazione che passava un tempo fra le loro famiglie e dell'infanzia passata insieme in gran parte, gli faceva considerare Pannini quasi come un parente e lo avea reso ripugnantissimo ad una lotta fratricida con esso.
Sportman appassionato e di coraggio singolare, il Santasillia si trovava timido e impacciato soltanto colle donne. Quando una signora gli parlava, lo fissava in viso, o gli stringeva la mano, arrossiva come una fanciulla.
Perciò, vedendo languire la conversazione, e per cagion sua, non volle restare a farla morire del tutto, nè altrimenti mostrarsi impacciato. Gian Aloise fece da principio un gran cenno del capo, che pareva un segno di condiscendenza dell'olimpio Giove. Quindi con gravit
«Eccomi!» rispose la damigella, che tratta da un altro Cavaliere le camminava vicina; «io vi vengo dietro, mia dolce signora.» Yole le sorrise, e parve contenta. Scendendo le scale, il Cavaliere che teneva per cimiero la Lupa, scorgendo il Re impacciato nel portare la Regina e il figliuolo, gli favellava: «Monsignore, così non potete durare.» «O come ho a fare io?» «Datemi il figlio.»
E Spinello doveva dipingere! Povero Spinello! Incomincio anch'io a capire come andasse che non indovinava i contorni, e che al terzo giorno di lavoro fosse ancora lì, impacciato con le tinte, che non gli rendevano mai il tono giusto.
La signora Clara? domandai, un po' impacciato dal silenzio che ci minacciava. Sta bene. Io m'alzai in piedi, congedandomi.
Ma appena il Vigliani cominciò a parlare d'affari, diventò un altr'uomo; mutò voce, espressione; non era più confuso, non si sentiva più impacciato. Fece passare la duchessa sul canapè perchè stesse più comoda, e sedette a sua volta, si sdraiò sulla poltrona accanto, accavalciando le gambe l'una sull'altra. Parlò chiaro, esplicito, quasi duramente.
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