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Una volta anzi, tentato di porlo in ridicolo, aveva dovuto pentirsene. Improvvisamente punto sul vivo, Paolo era scattato rispondendogli per le rime; e quella volta miss Elsa non nascose il piacere da lei sentito per la disfatta del presuntuoso ignorante.

Sei un servo ignorante. Sono il servo di Kabango, ignorante ma fedele. Non conosco le scritture, ma conosco bene le strade del deserto. Tu sei un effeminato, buono a comporre musiche e canzoni. Non sai la vita, la guerra, la fedelt

Farò seco come si fa con i cani: che, per fargli piacevoli e che faccino a modo de' padroni, non se li da mangiare e si pigliano con la fame. VIGNAROLO. Almeno, se morirò di fame, morirò quel che sono; ma se mi trasformo, venerò in fumo, in vento. PANDOLFO. Chi non cerca migliorare vive sempre misero e meschino, e non val per per altri. Sai che differenza è fra un savio e uno ignorante?

Lotta a corpo a corpo! Ma che lotta, con un nemico invisibile, con cui non si sapeva precisamente mai chi aveva vinto o chi era rimasto sconfitto? Si rassegnava a vivere solo, come un cane, lontano da tutti. Eh, cavaliere? Non vi si vede più! Che avete? Non state bene?... Dio, come siete ridotto! Beato voi, che siete un ignorante! rispondeva l'infelice. Ah!... La solita storia dei microbi!

ARTEMONA. Tu sei troppo savio. Ne son teco, di questo. A dire il vero, io truovo un gran piacere nel mangiare e nel ber ben. PILASTRINO. Perché tu hai cervello. Uno ignorante non sappria parlarne. Questo è l'amor divino che i dottori dicon ch'è cosí santo. ARTEMONA. Di', di grazia: ché, se fosse cosí, vorrei provare a fargli qualche voto. PILASTRINO. Vorrei dirti prima l'antica sua genealogia.

1 Donne, e voi che le donne avete in pregio, per Dio, non date a questa istoria orecchia, a questa che l'ostier dire in dispregio e in vostra infamia e biasmo s'apparecchia; ben che macchia vi può dar fregio lingua vile, e sia l'usanza vecchia che 'l volgare ignorante ognun riprenda, e parli più di quel che meno intenda.

Ma buon per te, che ti sei partito; ché or, che mi bolle il sangue, non mi terrebbe il rispetto ch'eri un vecchio rimbambito, barboggio. Non dovevi invecchiare, se non volevi diventar cosí ignorante.

E, per questo, i' sono sforzato d'impegnarmi e gli amici e quanti cognosco per compir alla promessa della dote ch'io gli ho fatto; insino a tanto che l'infelice mia consorte mi mandi qualche danaio da casa. Cosí mi levarò pur di sospetto di quel pedantaccio ignorante: ché non mi maraviglio se non di chi gli crede a tali uomini che sono piú tosto l'infamia del mondo che no.

Il mio compagno di catena, col quale rimasi appaiato trentadue mesi, era un originale bizzarro che sapeva, di tanto in tanto, farmi ridere con qualche frizzo o con qualche lepidezza. Col tempo diventava però noioso. Ignorante come una talpa, era stato preso dalla pazzia del dantomane.

L'uomo ignorante e senza morale è necessariamente infelice. Ommettiamo di riportare le tante prove della depravazione morale de' servi, registrate dall'autore nel suo libro. Che i servi sieno spesse volte scostumati, è una veritá di fatto, della quale ciascuno di noi è persuaso prima ancora che la ci venga annunziata.