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MERLINO. Quando che non mi dilettino molto le cose tue, e consequevolmente non ti presto udienza se non sforzato.

Dopo il mio primo scoppio all'annunzio della nascita della bambina, mi ero sforzato di dissimulare quel che mi ribolliva nell'animo. Non ero un bruto, non ero un selvaggio; ero, interiormente, qualcosa di peggio, ; ma all'esterno i miei atti, i miei modi avevano tutta la raffinatezza dell'uomo civilizzato che si stima obbligato a mentire.

Era che gli aveva cagionato de' batticuori violenti davvero al povero innamorato quel momento definitivo! benchè si fosse sforzato a persuadersi che il suo amore era ben accetto, che un fiasco non l'avrebbe fatto di certo.

Ella non riusciva ad intendere se Ariberti si fosse avveduto e ingelosito di quelle adorazioni; lo sospettava, vedendolo così rattenuto, ilare in vista e cortese, ma sempre in guardia contro stesso; ed era naturale che volesse sincerarsene, temendo che da un momento all'altro gli morisse sulle labbra quel sorriso sforzato e che egli ne facesse qualcuna delle sue.

GIACOMINO. Padre, m'avete a fare un'altra grazia, di perdonare a Cappio, perché io l'ho sforzato a fare quanto s'è fatto. E se Pseudonimo falsificò la sua persona, tutto fu per mia cagione.

E quando la mala fortuna vuol rovinar alcuno, fa possibile l'impossibile. DON FLAMINIO. Non è stata tanto la mala fortuna quanto il tuo cattivo consiglio; in cose disconvenevoli dovevi tu prestarmi consiglio agiuto. PANIMBOLO. Voi che mi avete sforzato con tanti comandi m'accusate contro ragione. Ma chi può gir contro il cielo?

L'intimazione è chiara e recisa. Leggete, o signori! Così dicendo, porse la lettera a Barnaba, intorno a cui si fece ressa di gentiluomini, per leggere l'orgoglioso messaggio di Giano. Il mentitore! sclamò l'Adorno. Egli ha cercato di acquetare gli sdegni del popolo! Rompe guerra sforzato; gli vincon la mano, al poveretto! notò un altro del crocchio.

Si capisce sùbito che il poeta ha sforzato il dialetto, e che, scrivendo, aveva nell'orecchio un movimento ritmico disadatto alla natura di esso. Si noti inoltre che ho scelto un passo dove il dissidio tra la forma e il concetto è meno apparente.

I maligni potrebbero dire che i francesi fanno così, per non essere ammazzati da tanti capolavori. E i maligni stavolta avrebbero torto. Anche l'arte francese dei secoli andati e del principio di questo può vantare un discreto numero di grandi pittori, che non sfigurano in nessun luogo e davanti a nessun paragone di scuola. Cito il David, autore d'intendimenti classici, fors'anche in parte accademici, come nel Leonida e nelle Spose Sabine, ma pieno del sentimento della natura, come nel parlante ritratto di Pio VII. Cito il Gros, pittore di battaglie napoleoniche, degno illustratore di quella nuova epopea militare; il Girodet, di cui amo l'Endimione e il Seppellimento di Atala, due scene soavi, l'una del classicismo antico, l'altra del romanticismo moderno, sentite con una giustezza non comune da un pittore poeta, che tra romantici e classici intravedeva la pace futura, solo che gli uni buttassero via un po' del loro contegno sforzato e gli altri della loro stravaganza cercata. Giunto tardi per le guerre di scuola, mi commovo pochino pel famoso Radeau de la Méduse di Géricault, che in cinquantanove anni d'esistenza ha avuto il torto di annerire maledettamente, come certi uomini hanno quello d'imbiancare, anche prima di questa et

La storia ed una lunga serie di avvenimenti avevano creato in Sicilia la situazione scabrosa, che mi sono sforzato di descrivere senza passione e senza partito preso, affidandomi sempre all'autorit