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In quella si picchiò all'uscio del gabinetto. Gli è lui, pensò Gustavo, il sogno è finito; e ratto il suo sguardo corse al denaro, e, come un lampo, gli passò per la testa l'idea di gettarvisi su, d'arraffarlo e fuggire per l'altra porta. Fermò il viso, mandò un sospiro, e con voce non calma del tutto, disse: Avanti. Ci entrò, non Marone, ma la vecchia di lui fante.

Esaurito questo discorso, Giovanni consegnò a Vanardi la lettera che aveva scritto per lui a Gustavo Pannini, e lo stimolò a recargliela sollecitamente, di quel giorno medesimo, s'ei potesse. Bisogna battere il ferro mentre è caldo, soggiunse.

Nella naturale rettitudine del suo spirito, Gustavo Aldini era costretto a riconoscere che c'era molto di vero nelle argomentazioni di Varedo.

Gustavo Chiesi, che si interessava assai poco della vita del reclusorio e che giurava, di tanto in tanto, che non avrebbe mai scritto una riga sulla sua prigionia, aveva della tenerezza per il cuoco. Ci diceva che, se andava fuori, voleva fare qualche cosa per lui, perchè lo meritava. Sapevamo che era un fratricida, ma avevamo la sua parola d'onore ch'egli era innocente.

E come vivere intanto? Mentre cercava di balbettare una risposta che non sapeva nemmen egli quale avesse da essere, la voce di Bancone risuonò dal gabinetto vicino chiamando Gustavo.

Come avviene a tutti quelli che a passo celere si slanciano sulla via delle riforme, Gustavo Modena ebbe molto da lottare contro le abitudini o i pregiudizi del pubblico allorquando cominciò ad introdurre nella sua compagnia la propriet

Stava per uscir dai gangheri e ricorrere a qualche mezzo estremo a rischio di farsi tagliare la testa, quando il mattino del sesto giorno vide i tre vizir del campo Ibrahim, Juban e Ahmed e Gustavo Klootz entrare in furia nel tugul del Mahdi.

Per maggior disgrazia un tedesco la scorsa notte disertò e si dice che siasi recato al campo del Mahdi. Chi è questo traditore? chiese con indignazione O'Donovan. Il vostro servo. Che?... Gustavo Klootz... Tuoni e fulmini!... È impossibile. Il 20 agosto 1885 mi abboccai coll'illustre missionario D. Luigi Bonomi, reduce dal Sudan dopo essere stato per tre lunghi anni prigioniero del Mahdi.

L'agente di cambio uscì frettoloso, e Gustavo, rimasto solo nello studiolo, si affondò nelle sue meditazioni, o per meglio dire nelle sue allucinazioni delle chimere che perseguiva colla mente eccitata, sognando gi

Nella sua impazienza di far giungere a' suoi cari una parola d'affetto, Diana buttò giù due righe di telegramma alla signora Valeria: Profondamente commossa, vi aspetto a braccia aperte. E firmava. Ma non le parve d'aver detto a bastanza, ed aggiunse: I vostri lutti sono i miei lutti. allo zio Gustavo che soffro con lui. Al telegrafo, subito, con questo dispaccio ell'ordinò alla Luisa.