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Aggiornato: 5 giugno 2025
La signora Valeria chinandosi su Diana rinnovò per la centesima volta la solita domanda: Come ti senti? Non c'è male mormorò Diana. E fece segno che aveva bisogno di riprendere fiato. La Inverigo si voltò verso suo genero. E adesso si può sapere che parole son corse tra Gustavo e te? Ma Diana toccò lievemente il braccio della madre. Oh mamma, perchè torni su questo argomento?
L'ingegnere allargò le braccia con un gesto rassegnato. Ma perchè, santo Iddio, devi esser così ostile ad Alberto Varedo? proruppe la signora Inverigo. Andiamo, Valeria, non ci badare replicò Gustavo Aldini con dolcezza. Lo sai ch'io vado soggetto alle antipatie. No, tu ti sei fitto in capo che Diana non debba esser felice con quell'uomo... E pure l'hai sentita un momento fa: O lui, o nessuno.
Caro Weill-Myot, disse la principessa, che voleva cominciare con le parole: Caro Gustavo, ma pensò di non scoprir troppo il suo giuoco.
Gustavo Modena durò nel Bernese dove qualche tempo dopo contrasse amore con Giulia Calame, oggi di lui vedova, donna mirabile, come per bellezza, per sentir profondo, per devozione e costanza d'affetti e per amore alla sua seconda patria, che corse più tardi ogni pericolo di guerra accanto al marito nel veneto e ch'io imparai a conoscere nel 1849 durante l'assedio di Roma.
Poi le maniere affabili di Diana e dell'ingegnere lo rinfrancarono, ed egli parlò semplice e modesto di sè e dell'arte sua mostrando alcuni de' suoi ultimi lavori condotti con isquisita finitezza, e schermendosi dagli elogi col dire ch'erano imitazioni dall'antico. Imitazioni che possono stare a petto degli originali notò Gustavo Aldini. Girolamo Bardelli negò risolutamente.
Lisa e suo padre erano soli presso al fuoco nel salotto, e nella vicina stanza coniugale si udiva l'andare e venire d'un uomo che non poteva essere altri che Gustavo. Ad un punto, il signor Carlo alzò gli occhi dal suo libro, volse la testa verso sua figlia e disse con accento pacato, ma in cui era pure una leggiera tinta d'impaziente ironia: Che?
M'avvedo d'aver rimpicciolito, col paragone d'un giardino, l'aspetto di Parigi notturna. Era un sacrificio fatto alla luce elettrica e al suo carattere teatrale. Parigi non può essere paragonata degnamente che a Babilonia, alla Babilonia del convito di Baldassarre, che abbiamo veduta nelle incisioni del Martin, o di Gustavo Doré.
3 marzo. Ricasoli è caduto. Non ho sillaba a cangiare a quanto più su. Uomo privato, ho oggi di lui la stessa opinione, ne porto lo stesso concetto. La destra. Suo carattere. Il ministro rinforzato. Menabrea, Miglietti, Cordova. La destra. I suoi capi. Buoncompagni, Farini, Lanza. Suoi membri. Moggio, Pasini, Leopardi, Torelli, Jacini, Yegezzi, Corsi, parecchi altri... Gustavo di Cavour.
Aveva ella di nuovo interrogato Gustavo con tutto interesse e con tutta amorevolezza; ed egli a risponderle di bel nuovo press'a poco come prima: non se ne ponesse in pensiero, non essergli capitato nulla, e fra poco tempo vedrebbe che tutto andava per la meglio.
I suoi vicini, naturalmente, si voltarono verso il giovane a fargli complimenti; i fumi dello Sciampagna, salendogli al cervello come nubi di colore rosato, assumevano per Gustavo le forme più seduttive delle più splendide chimere, l'avvenire gli appariva come una terra promessa di delizie e di ricchezze, a cui stesse per approdare.
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