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Aggiornato: 5 luglio 2025
Bemolle che aveva ascoltato i pezzi stringendosi convulsamente la fronte tra le mani, e che, per reazione, aveva pianto copiosamente ad ogni intervallo si avvicinò col naso gonfio e i baffi spioventi; portava in mano l'altra cassetta col violino di Anne-Marie. Perchè fate così? disse Anne-Marie, guardandolo con leggiero disprezzo. Perchè fate quelle faccie? Bemolle non potè risponderle.
Oh Chérie, non mettermi alla disperazione! Tentare... tentare... E come? Come? Partiamo insieme ella le disse, levando il bel viso florido e guardandolo coi suoi grandi occhi nuotanti nell'azzurro. Partire, per dove? Dovunque, lontano... partire... Partire, come, quando? Oggi, fra poche ore, insieme. Chérie, Chérie, è impossibile! egli esclamò, dolorosamente. Perchè, impossibile?
Il padre, quando ascolta il suo riso trillato, argentino, sente rianimarsi e riprende coraggio a vivere; la madre, guardandolo, pensa che la primavera si è incarnata nel suo figliuolo, tanto i suoi capelli ricordano il sole ed i suoi occhi il cielo.
Sono io il diavolo forse?... Ebbene, ora che siete venuta, Marianna, riprenderete la vostra strada e tornerete a casa! E voi? domandò la donna guardandolo fissamente negli occhî. Io?... io farò come mi piace. Ah! Lorenzo! disse la Marianna con una nuova famigliarit
Il signor Kyllea gli stese una mano, guardandolo in viso con l'aria di chi incoraggia a parlare: Domandavo a miss Elsa, se vuole essere mia moglie. Il signor Kyllea, ridendo allegramente, rispose: Io non mi mescolo negli affari degli altri, specialmente in certi affari. E li lasciò soli. Il signor Kyllea era tornato trionfante.
Avrei voluto abbracciare Calisto, accarezzargli la bella barba bianca, prenderlo a braccio e parlare con lui di Villalilla, delle cose passate, dei "nostri tempi" abbondantemente, sotto quel gran sole di Pasqua, "Ecco ancora d'avanti a me un uomo semplice, sincero, tutto d'un pezzo: un cuore fedele!" io pensavo, guardandolo.
Egli fissava gli occhi al suolo, immerso ne' suoi pensieri, quando sentì il rumor d'un uscio che s'apriva. Rosalia s'avanzava verso di lui, in punta di piedi, rapidamente. Mario s'alzò. Perchè siete fuggito! mormorò la fanciulla, posandogli le mani sulle spalle, e guardandolo teneramente; io.... non ero in collera con voi....
E Matteo Vento che sperava di andar sùbito a cena dovette fermarsi dietro la ferriera alla porta del principale. Questi lo chiamò per nome e, introdottolo nella sua piccola camera, lo invitò a sedersi. Matteo Vento: ho bisogno di te. Eccomi a' suoi ordini rispose l'operaio guardandolo attentamente. E domandò il permesso di riaccendere la pipa.
Tal coraggio, impossibile ad una donna volgare in quell'istante, donna Livia lo trovò. Senza perdere un secondo, soffocando l'emozione immensa, che per tanti motivi sentivasi in cuore, si sciolse alquanto dal duca, e guardandolo con sicurezza: Ebbene? domandò.
Perchè le gondole sono così nere, nere dappertutto, nel panno, nel legno, nei cordoni, nei fiocchi? domandò distrattamente donna Grazia. Portano il lutto della repubblica rispose Ferrante, che aveva accesa una sigaretta e fumava. Veramente? fece ella, guardandolo. Veramente. È triste, è triste susurrò lei, colpita.
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