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Aggiornato: 24 giugno 2025
Qui le gocce del nembo, sciolte in vapori e sospese nell'aria, rifrangono i raggi del sole; ed è il sole, immagine di Dio, che si specchia in questo basso strato d'aria, largito per condizione di vita ai mortali.
I donativi venivano, ma eran gocce d’acqua sulla terra riarsa dal sole di estate; altri ne chiedeva, ed altri ottenevane straordinarî, accresciuti da contribuzioni che assumevano nomi diversi con insidiose lusinghe. ¹⁴⁷ Provviste del Senato, a. 1779-80, p. 20. La Deputazione del Regno pagava ed avrebbe pensato alla riscossione!
Tu qui spirasti, e mia madre non v’era: Tu qui spirasti, desolato, solo: Su te una suora arrovesciò il lenzuolo E disse una preghiera: Poscia, a notte, giacesti su le pietre De la brugna¹, gelata acqua stillanti: E quelle gocce a te parvero i pianti De’ figliuoli: e, le tetre
Ed è un teschio giallognolo e pulito Siccome d'un nodar la pergamena, Ed ha la nuca dal profilo ardito E guarda in giù con un'occhiaja appena. È il mattino. Sull'erba verde e folta Scintillano le gocce di rugiada, E il ritornello da lontan s'ascolta D'un villano che passa sulla strada. La Natura e il Lavoro! E poi?
Quella mattina il buon Michele si alzò più presto del solito. Aveva cenato la sera innanzi, e non avendone l'usanza, gli era rimasto il cibo sullo stomaco, si sentiva la testa pesante e la bocca amara. Non fece colazione punto; prese soltanto il caffè con due gocce di latte, e poi bighellonando l
Allora entrano in campo gli erbaggi, le verdure, i frutti, la fauna vegetale, il tributo della campagna, l'offerta delle pianure e dei boschi. I monticelli dei broccoli verdi, il cui fiore sembra un merletto rilevato, guardano con disprezzo l'umile e piccola cicoria, raccolta in gruppetti, su cui brillano le gocce dell'acqua; i cavoli bianchi, grossi e serrati, pare che vogliano scoppiare dal loro involucro di foglie verde-chiaro, mentre quelli neri si confondono coll'oscurit
Ma all'improvviso m'accorsi che il suo volto era pallido più del consueto, che il suo respiro era affrettato, e che grosse gocce di sudore gli bagnavano la fronte. Che hai tu dunque? gli domandai spaventato. Sorrise. Nulla. Un po' di febbre. Me l'aspettavo; colaggiù era malato di nostalgia, ed ora... Gli è il mutamento di clima; io mi era abituato a quel cielo di fuoco. Poi proseguì lentamente.
Scosse rudemente dalle spalle le gocce di pioggia; poi si guardò in torno, togliendosi dalla bocca la pipa e lasciando andare contro il banco padronale un lungo getto di saliva, con un atto di noncuranza sprezzante.
Con quel donativo egli chetò la bella selvaggia, che seguitò a piangere, ma incominciò anche a sorridere. Così avviene anche al cielo, quando finisce l’acquazzone e ritorna il sereno, che il sole si mostra fra mezzo alle nuvole rotte e i suoi raggi d’oro si rifrangono nelle ultime gocce di pioggia. Cosma era stato tutto quel tempo nascosto nel suo rancio, sotto coperta.
«Nessun odio più lo accendeva, egli era calmo e solenne come un sacerdote che compia un sacrificio comandato da Dio.... Prese, quasi a tentoni, la piccola boccia del veleno d'oro e lasciò sopra un largo pezzo di zucchero cader molte gocce finchè gli parve che lo zucchero ne fosse ben saturo. Poi lo ingoiò e corse al letto.»
Parola Del Giorno
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