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Assistevano alla scomposizione del giornale Chiesi, Federici, Cermenati e Seneci. Prima di risalire negli uffici il Prina diede ordine di non permettere l'uscita ad alcuno.

Le vicende non cominciarono col volgergli prospere. Dapprima non si fece molta attenzione alle sue vesciche rettoriche; ma egli non si perdette d'animo. Più d'una volta lo stampatore minacciò di far morire il giornale, rifiutandosi di metterlo in torchio se non veniva pagato almeno in parte di quanto gli era dovuto; ma Salicotto seppe sempre industriarsi così bene, che di qua o di l

Adesso che lo conosciamo quanto bisogna, pigliamolo caldo. La signora Zita aveva posato sul tavolino il vassoio del ed augurato una felicissima notte al padrone. Ma quella sera il signor Commendatore non sapeva spicciarsi dal suo giornale e il fumava indarno nel vaso. A giudicare dall'apparenza, il signor Commendatore doveva star bene, rincantucciato nel suo sof

Don Pio continuava a guardare i giornali e a fare brevi e dispettose osservazioni. Questo giornale sostiene la mia candidatura perchè sono caratista; questo perchè il direttore mi deve cinquemila lire; quest'altro perchè sono consigliere della Banca Romana; tutto interesse, nient'altro che interesse! continuava a dire sorridendo amaramente. Se non fosse così, tutti mi lapiderebbero, tutti.

Per risparmiarla a lei, mi umiliavo io. Spiavo le mosse di quell'uomo, gironzavo intorno a casa mia, intercettavo la posta. Un giorno trovai una lettera nascosta dentro un giornale di mode sotto fascia. Mi parve d'impazzire. Presi la lettera e la consegnai a lei senza aprirla. Le chiesi soltanto chi le scrivesse.

Quel giorno per Ubaldo fu un giorno di gioia, seguito da molti di grande amarezza. Egli tenne gli antichi redattori per avere il piacere di farla da direttore e proprietario con quelli che erano stati suoi colleghi, e dette al giornale un carattere di opposizione al governo, al municipio, alle autorit

Tornando al parrucchiere, bisogna riaffermarne la importanza nelle case signorili. Quando un uomo si presenta per cameriere in una di queste, la cosa che gli si domandava era se sapesse pettinare da donna e da uomo: ed è curioso che la réclame rudimentale nei primi giornali di Palermo s’iniziasse proprio con questi lisciatori di dame. Nel Giornale di Sicilia, che conosceremo nel secondo volume di quest’opera, si legge: 7 Aprile 1794: «Un giovane palermitano della et

¹¹⁷ Giornale ined., a. 1792, pp. 100-102. Ma la ragione, se vogliamo indagare la reticenza, può per un momento sospettarsi negli amministratori della citt

L'Indicatore si trasformò in giornale letterario. Gli articoli estratti da quel giornale, ristampati molti anni dopo tra gli Scritti d'un Italiano vivente, in Lugano, e che ricompariranno in questa edizione, non hanno valore intrinseco, ma rivelano l'intento con cui da me e da pochi altri giovani amici si scriveva e s'intendeva la questione del Romanticismo.

È in tale periodo che il reporter non conosce ostacoli e che, per saper tutto nel più breve tempo possibile, diventa astuto, audace, indiscreto e magari anche arrogante. Non è più lui che agisce, lui, che magari nella vita privata è un tranquillo e indifferente giovanotto: egli corre e lavora mosso, come per una misteriosa suggestione, dalle esigenze della stampa moderna, da quella forza che è il giornale diffuso. La sua personalit