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Aggiornato: 20 ottobre 2025
Senza soffrire... Senza soffrire. No! Che orrore!... Via! Via! Via!... Via! Nelle orbite enormi e cupe, le pupille sono come cristallizzate e il bulbo biancheggia d'un biancore gelido.
L'inverno è passato, il vento gelido e freddo di questa stagione di morte s'intiepidisce; e la natura si sveglia a nuova vita. Sì colui che si è alzato una di queste mattine gioconde nella quale la natura ti sorride a ciascun passo, si è sentito il cuore sollevarsi, e respirando l'aria a pieni polmoni ha dovuto esclamare: Viva la primavera! Viva questa epoca nella quale tutto rinasce sotto lo splendido risveglio della natura, nella quale il cielo si fa più bello e la terra gli sorride di amore. È in questi giorni che tutto ritorna, che ritornano le rondinelle al nido del porticato, i piccoli fiori al vaso della fanciulla, i zefiri profumati a scuotere certe ciocche di capelli nere e lucenti. Chi sar
Ed io con lei calco il sentiero, Ed in brev'ora la foresta entriamo; Molto cercammo, ed oh spettacol fiero! Al fine in scura valle il ritroviamo Tutto sanguigno, e le sue membra ancise, Sbranate e lacerate in varie guise. Subito fummo, io da mestizia oppresso, Gelido il petto, e con le ciglia immote, A lei di favellar non fu concesso: Cotanto pianto l'inondò le gote.
Era divenuta pallida, come sul punto di svenirsi. Sembrava vinta da grande stupore. Nel sorriso, che di tratto in tratto le fioriva su le labbra, c'era qualcosa di indifferente, di gelido, che si comunicava a lui, che lo impacciava e lo irritava nello stesso tempo.
Tende con dura mano arco lunato, Ove gran smalto, ove grande oro abbonda; Ma trascorrendo a vôto il dardo alato Poco le voglie de l'arcier seconda. AMEDEO l'urta; e nel sinistro lato Il brando insuperabile profonda: Gelido a morte singhiozzando ei geme: Con piè veloce il vincitore il preme.
Quel sogno fu un lampo. Nell'amplesso di quella larva adorata, Fidelia si attendeva una inondazione di delizie. Ma appena le labbra dell'avventuriero ebbero sfiorate le sue, la fanciulla arretrò con ribrezzo, mandò dal petto un grido affannoso, e cadde al suolo tramortita. Il bacio di quell'uomo, o piuttosto di quella maschera umana, le era sembrato gelido come il bacio di un morto.
Allora io assumeva un'aria quasi ostile. Fremente di dispetto e d'indignazione, mi levavo d'avanti a Giovanni, con un gelido saluto, e mi rifugiavo nel mio studio. Ma nella solitudine e nel raccoglimento il tormento diventava più penoso e più acuto.
Oh! vorrei abbracciarlo quest'uomo. Sarebbe pericoloso, padrona, si correrebbe il rischio di buscarsi qualche colpo di lancia. Ascolta quanto m'è toccato questa notte. L'almea tornò a sedersi, tutta inondata di gelido sudore e tremante per la violenta emozione.
Parola Del Giorno
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