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Aggiornato: 10 luglio 2025


Ed Herr Professor, fosse pure uno impermeabile zuccone, abitava un villino suo, sopra un declivio aprico, con un giardino a roseti e viali di ghiaia, dove scherzavano bimbi rosei, biondi, paffuti, nettissimi. Apriva l'uscio una correttissima Fräulein (possibile fosse una cameriera?) in attillato abito nero. E per una sfilata di ampie stanze ben mobiliate, tra una fresca fragranza di atomi resinosi, il povero neofita italiano (il pidocchioso italiano, come ci chiamano i tedeschi nei momenti d'intimit

Egli le raccontava delle interessanti cose: le diceva di un certo grembiulino rosa che sua madre portava quando aveva otto anni, e le descriveva Fräulein, giovane, colle guancie che parevano mele. Fräulein, che a dir vero non dimostrava troppo i vent'anni di differenza tra quell'epoca e questa, ascoltava, assai commossa, tali reminiscenze.

Ecco fatto! «Nun ist alles in Ordnung», disse in tedesco il «grossolano personaggio», rivolgendosi con un risolino a Fräulein. E tirò su l'aria col naso, e inghiottì. Ben presto s'avvidero del significato della clausola 8. «La parte suddetta» si era obbligata a dare un numero minimo di centoquaranta concerti all'anno, e la parte suddetta era Anne-Marie.

E qui Fräulein Müller ripetè un discorso che aveva gi

Anzi dopo qualche giorno bastava che vedesse entrare sua madre in una stanza, perchè ella ne fuggisse, strillando e pestando i piedi. Fräulein Müller, con astuzia e diplomazia, e secondo un Nuovo Metodo Tedesco, si accinse ad insegnarle in pari tempo l'alfabeto e le note musicali. A, b, c, d... niente di più semplice, disse Fräulein. E cominciò a spiegare.

Anne-Marie fu presentata al direttore d'orchestra, Jaroslav Kalas, tutto sorrisi sotto ai lunghi baffi rossi; e poi Fräulein e il Professore la issarono sul palco, e Bemolle le diede fra le mani violino ed arco. Ed ora Jaroslav Kalas batte il suo leggìo e alza il braccio. Poi ricordandosi a un tratto di qualche cosa, si china verso Anne-Marie. Hai il «la»?

Ma perchè li vuoi mettere in gabbia? chiese Fräulein, che aveva una mente ordinata. Ma perchè... perchè... fece Nancy affrettatamente, fabbricando le sue ragioni mentre le spiegava, le parole non si devono lasciar volare attorno, come vogliono; si devono prendere, e rinchiudere nei versi... nelle righe... Non so come dirlo... Vuoi dire nel ritmo? disse Edith. Che cos'è il ritmo? chiese Nancy.

Fecero delle scampagnate, e si divertirono molto, aspettando che Fräulein guarisse e li potesse raggiungere. E quando ciò avvenne andarono tutti e quattro, felici e contenti, a Roma, dove avevano ancora quindici giorni di tempo prima che cominciassero i concerti al teatro Costanzi.

Ma in seguito a forti e servili applausi da tutti, compresa anche Fräulein, la piccina si degnò di far udire tutto il suo repertorio, compresa una canzone plebea «There'll be razors a-flyin' in the air» imparata incidentalmente dal superbo e inavvicinabile garzone del giardiniere, Jim Brown.

Bemolle aggrottò le ciglia colla sua più severa aria d'uomo d'affari: e Fräulein disse: «Sprechen wir Deutsch.» E difatti parlarono tedesco, a grande divertimento dell'impresario parigino, che era nato a Klagenfurt. Dopo lunga lettura e svariate considerazioni, Bemolle si rivolse sempre col cipiglio dell'intenditore all'impresario: Qui dite: il trenta per cento all'artista?

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