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Aggiornato: 27 giugno 2025
Un altro filologo, a un giovine che gli ha inviato un volume di cinque o seicento pagine, risponde: «Ho letto con piacere il suo diligente lavoretto. Terzo ed ultimo aneddoto. Ad un esame, uno scolaro dice che sotto l'apparenza scherzosa le satire d'Orazio nascondono un contenuto serio. E il filologo professore, perentoriamente: «=Un tedesco= le ha chiamate eine lachende Satir». Capite?
Dunque, i profani abboccarono. E assai piú volentieri abboccò lo stato germanico, il quale, col fiuto commerciale che nessuno saprebbe onestamente contendergli, aveva subodorato nel filologo scientifico un ottimo articolo spiologico. E cosí l'arido rifugio dei filologi austeri venne consolato dalla manna mensile di centinaia e centinaia di marchi. La Tebaide con lo stipendio.
Ne ho conosciuto qualcuno che, non miope, inforcava occhiali di puro vetro, non calvo, si radeva la zucca a fil di rasoio, per somigliare anche nell'aspetto ad un filologo tedesco. Ma tutto era inutile. Qui, dove fiorisce il mirto, la filologia scientifica non si acclimava. Veniva su stentata, cachettica, con le fibre attossicate.
«L'interprete filologo scriveva ancor ieri un macellaro filologo, che ha sconciamente sbrandellato Virgilio, e che studiosi italiani hanno avuto il fegato di lodare deve, a servizio delle sue ricerche =trascendentali=, trattare il coltello con mano sicura, e piantarlo a fondo, =senza riguardo a ragioni sentimentali=» .
Infine, il ministro dell'istruzione pubblica, signor De Sanctis, è un altro napoletano. Egli era, è forse ancora, filologo di sapere molto mediocre. Dava qui in Torino, nell'esiglio, delle lezioni di letteratura con un certo successo, quando ottenne di andare ad occupare una cattedra a Zurigo. Dopo la rivoluzione del 60 permettete che la onori di questo nome De Sanctis ritornò a Napoli all'insegnamento della gramatica. Garibaldi, che aveva preso l'abitudine a far dei miracoli, lo nominò governatore di una provincia, poi consigliere d'istruzione pubblica. De Sanctis restò a questo posto nove giorni, e fece più egli in quelle poche ore che tutti i suoi successori in nove mesi. È vero che questi successori si chiamarono Piria, Ciccone, Imbriani, vale a dire il consumè dell'impotenza e dell'incapacit
Die Eumeniden des Aischylos, erklärende Ausgabe von Friedrich Blass, pag. 14: das Blut ist natürlich nicht das der Mutter, sondern das des von Apollon geschlachteten Sühnopfers, cfr. v. 282 f. Profetica anima mia! Un piccolo filologo ha infatti scritto e stampato che per lui l'opinione del Blass è sostenibilissima. Vedi il mio volume Pindaro, Firenze, Casa editrice italiana, 1909.
=C= Un giornalista fece in una grande effemeride una lunga recensione dell'opuscolo. E cosí, accortamente sanato il difetto dell'anonimia, ebbero modo di venire alla luce non solo gli argomenti, chiamiamoli cosí, del piccolo filologo firmato, ma anche, e di preferenza, le insinuazioni e le calunnie dell'occulto cúculo postillatore.
Ma per ora non dir nulla di questo co' maestri tuoi, che giá non t'intenderebbono. Tuttavolta, perché la massima della popolaritá della poesia mi preme troppo che la si faccia carne e sangue in te, contentati ch'io m'ingegni fin d'ora di dimostrartene la convenienza cosí appena di volo, e come meglio può un vecchiarello che non fu mai in vita sua né poeta né filologo né filosofo.
Un passo innanzi si deve al Bentley, con cui comincia dunque la filologia inglese. Il Bentley è una di quelle menti inglesi d'acume indefettibile, che fissano, senza offuscarsi un momento, i problemi piú abbacinanti. Qualche filologo alla tedesca volentieri trova da apporre al suo gusto; ma insomma egli guardò veramente con occhio nuovo tutto l'immenso materiale della dottrina classica, e vide quasi dappertutto fatti e fenomeni sfuggiti ai piú acuti indagatori. A lui si deve la scoperta del digamma in Omero, dalla quale rampollarono tante verit
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