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Aggiornato: 20 giugno 2025


PIRINO. Starò a veder quel che fará costui: alcuna solenne astuzia gli uscirá di mano. FILIGENIO vecchio. FILIGENIO. Fu giudicata sempre la buona educazione il fonte e l'origine degli abiti virtuosi e il fondamento delle umane felicitá, e tanto necessaria al buon vivere quanto l'anima al vivere.

Egli si propone nientemeno che d'investigare le cagioni dell'origine e de' progressi delle scienze, delle lettere e delle arti, di riandare le vicissitudini ch'esse incontrarono, e di mostrare quanta relazione abbiano co' piú importanti accidenti della vita individuale e quanta influenza sulla felicitá generale de' popoli. L'intenzione massima del suo discorso è santissima.

Crisaulo, ritornando a casa, ringrazia il cielo de la felicitá che in quella notte li concesse e racconta a Fileno la istoria tutta succintamente; ed è da lui in modo persuasoli il partirsi de la cittá che si dispuone di partir la mattina a giorno, per non averla a sposare; come, stretto da amore, dubbitava di fare.

LAMPRIDIO. O braccia mie aventurose, dunque voi cingerete il collo della terrena mia dea? o bocca mia, tu bascierai le guancie delicate e gli occhi del mio sole? O Amore, se ti piace ch'io ottenga cosí desiderata felicitá, donami tanta forza che la possa soffrire: ché dubito che vedendomi Olimpia in queste braccia, non mi muoia di contentezza. MASTICA. Lampridio, tieni le parole a mente.

E vi chiamate? Giovanna Desiderata Felicita Della Rocca. Tutta la fila d'uomini sorrise, mentre quello che le parlava scriveva i nomi su un pezzo di cartone, e poi consultava un grande registro. La vostra professione? Nancy arrossì. Scrivo delle poesie... balbettò. Nancy da bambina aveva letto con grande interesse le avventure di «Alice nel paese dei Sogni». Ora ella si diceva: «Io so che dormo.

Canna ordina il sacrificio solenne, e piange anch'egli, e manda voti di felicitá e benedizioni sul capo della sua cara Sacontala. Piene di tenerezza sono tutte le parole dell'addio. Un coro invisibile di ninfe prega felice il viaggio a Sacontala, cantando: Sulla via ch'ella sta per correre venga compagna di lei la prosperitá.

BALIA. Molto volentieri; ma siate destra che Cintio s'accorga di lei, pur ella dell'inganno. Signor Cintio, Dio vi dia ogni contento! CINTIA. Ne arei bisogno, signora Amasia mia padrona! E a voi doni Iddio ogni contento e felicitá; bisogna ch'io domandi come stiate ché vi veggio bellissima. AMASIO. L'affezion che mi portate vi fa parer cosí.

MELITEA. Oimè, non sono ancor finiti i nostri affanni? infelici noi, quando saremo felici? abbiam scampato da ladri, dalla casa e dalle mani del ruffiano, e in casa vostra ancor temo? chi piú infelici di noi, se anco nelle felicitá siamo infelici?

Adio, cavaliero! oh come presto m'era riuscito il pronostico che mi feci questa mattina! Ma per prender un poco di fiato, bisogna almeno bermi un barril di greco e quattro piatti di maccheroni; se non, che or mi mangerò voi vivo e crudo. DON FLAMINIO. Or non si parli piú di scontentezza, poiché la fortuna dal colmo delle miserie mi ha posto nel colmo di tutte le sue felicitá.

LISTAGIRO. Forse che ; perché, giri a suo modo il ciel, che ti s'aspetta poi in vecchiezza felicitá. GIRIFALCO. Se vien fatta quell'altra, non vorrei esser papa. PILASTRINO. Oh scempionaccio! Ti trarrem ben l'amor. LISTAGIRO. E de la vita sei talora infermiccio; ma 'l tuo ingegno vede di dai monti. GIRIFALCO. Questo è vero: ché, quando voglio fare una cosa io... Orsú! Non vo' lodarmi.

Parola Del Giorno

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