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Aggiornato: 20 giugno 2025
ALTILIA. Poiché io non posso esser figlia se non d'un padre, amerò voi con quel vero amore che dee amare un'amorevole e obedientissima figlia; il maestro che m'allevò con tanta caritá e affetto paterno, l'amerò con un perpetuo obligo di servitude; il finto padre, come istrumento della mia felicitá, l'amerò con amor verissimo e non finto.
Se ci siamo ingannati, sia perdonato all'intimo nostro convincimento di questo principio: che prima delle felicitá, primo dei doveri nazionali, primo dei doveri della libertá stessa, è il procacciare quell'indipendenza che i comuni non seppero compiere in quattro secoli di libertá.
Per certo, ch'al desiderio ch'io al presente me trovo, non pur una brevissima notte come fia questa ch'in somma felicitá trapassar aspetto, ma quella che Ercole produsse, o se ella fosse piú lunga che l'anno, una minima parte de l'ardor mio potrebbe estinguere. Costui tarda pur assai a venire. Oh Rufino! RUFINO. Eccomi, signore. CURZIO. Vieni presto, ché l'è tardo. RUFINO. Or ora sarò da voi.
Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira. Altro ben e` che non fa l'uom felice; non e` felicita`, non e` la buona essenza, d'ogne ben frutto e radice. L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, di sovr'a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona, tacciolo, accio` che tu per te ne cerchi>>. Purgatorio: Canto XVIII
LIMOFORO. Poiché l'ingiuria che m'ha fatta è riuscita in mio grandissimo onore, e ho conosciuta la mia carissima figlia, come cagione della mia felicitá vo' che se gli perdoni. Capitano, liberate quest'altro che vo' che non solo sia libero ma che ancor mi sia carissimo amico, perché non è piccola cosa aver un tal per amico né aver un tal per inimico.
DON IGNAZIO. Questa felicitá mi dá presagio di mal piú acerbo; ché amandola non riamato, quanto l'amarò riamato? piú m'infiammarò di quel desiderio di cui sempre son stato acceso. Ma dimmi, che ti par di lei?
VIGNAROLO. Io sono stato stimato Guglielmo da uno suo debitore, perché mi diede dieci ducati che li doveva, e da una sua innamorata, e son stato stimato da tutti Guglielmo; ma perché tu hai invidia della mia felicitá e non vorresti che fussi meglio di te, ti affatichi con tante ragioni a darmi ad intendere che non sia lui. Ma io sono Guglielmo a tuo dispetto.
Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira. Altro ben e` che non fa l'uom felice; non e` felicita`, non e` la buona essenza, d'ogne ben frutto e radice. L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, di sovr'a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona, tacciolo, accio` che tu per te ne cerchi>>. Purgatorio: Canto XVIII
Restami solo a pregarla ad essermi intorno ciò scudo e difensore contro le lingue di coloro che sopra ciò cercheranno di mordermi, non volendo col loro retto giudicio conoscere e possedere intieramente la veritá del fatto da me proposto: ché tutto ciò riceverò in singolar grazia da lei. Alla quale facendo umilmente riverenza, prego da Nostro Signor Iddio ogni contentezza e felicitá.
Considerata dunque la tanta quantitá di siffatti individui e quanto essi possano contribuire alla tranquillitá dello stato ed alla felicitá privata delle famiglie, chi non vede essere cosa importantissima il pensare ad una riforma de' loro costumi, ad un miglioramento della loro educazione intellettuale? Questa riforma e questo miglioramento raddolciranno ad essi di molto il peso della servitú.
Parola Del Giorno
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