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Aggiornato: 24 luglio 2025


PARDO. Ve l'ho dimandato, perché so che avete gran tempo seguita Sulpizia, la nostra vicina; e non vorrei, dopo aver sposata la mia figliuola, tornaste a lei, che mal agevolmente si scordano i primi amori. EROTICO. Se ben molte volte m'avete visto passar per costá, l'ho fatto piú per passatempo che per amor che portassi a Sulpizia; e vi giuro che mai mi piacque.

Gli ostinati si vincono piú tosto con l'umiltá che con l'arroganza; e mostrate desiderar Sulpizia, ché, come l'avarizia s'inganna con la liberalitá, cosí col mostrarsi volontoroso s'inganna chi vi crede. E voi, Erotico, parlandovi il vecchio di voler Cleria, mostrategli desiderarla. EROTICO. Sará pensiero mio particolare: fingerò ben la parte mia.

E se ben Idio permette alcuna volta cose che dispiacciono, lo fa per trarne poi un grandissimo bene, come è accaduto a noi. EROTICO. Se vi partevate disperato, or non areste avuto questo contento. ATTILIO. M'hai fatto bene, non volendo. TRINCA. Questa volta abbiamo avuto piú ventura che senno.

EROTICO. Andiamo, come volete; ma non sarebbe bene aspettar Trinca, per saper qualche cosa di Cleria? che fa, che dice, che spera? ATTILIO. Fa quello istesso che fo io; e mi affligono piú i suoi che i miei dolori, però schiverò di udirlo. EROTICO. Ed io vo ancor disperato, non potendomi imaginar la cagione, come Sulpizia sia cosí meco adirata.

BALIA, EROTICO giovane. BALIA. Ahi, quanto poco durano i diletti d'amore, e quanti sono quelli che sovrastanno! Povera figlia, bisognarebbe aver un cuor di turco, per non crepar di dolore. Ma dove troverò io Erotico, che è il sostegno delle nostre speranze? EROTICO. Come dalla mattina il primo negozio va in fallo, tutti vanno a roverscio in quel giorno. BALIA. Ma eccolo. Signor Erotico!

La recrudescenza nel desiderio della gloria presso i poeti risponde quasi sempre ad una recrudescenza d'amore; le donne amanti di poeti furono quasi sempre o autrici o principali collaboratrici della loro gloria; anche il Manzoni, il meno erotico forse di tutti i nostri grandi poeti, sentì crescere l'ardore poetico all'improvviso sollevarsi nel suo petto di una fiamma gentile.

EROTICO. Trinca, non potendoti or render premio condegno, ricevi almeno la mia confessione: che ricevo da te la vita e l'onore e quanto bene ho al mondo, e spero col tempo fartelo conoscere. ATTILIO. Trinca, questo serviggio ti porterá tanto utile, quanto serviggio che sia fatto a persona che faccia professione di conoscere i benefici. TRINCA. Fate che i fatti corrispondano alle parole.

Giá s'è inviato a chiamar Sulpizia per la porta del giardino, e vi stanno aspettando con gran disio di sposarse; e me hanno inviato fuori a chiamarvi col prete da vero, e non col falso parrocchiano. EROTICO. Entriamo, non facciamo aspettarci. ATTILIO. Andiam, fratel mio.

EROTICO. O carissima balia! La fortuna muterá tenore, essendomi incontrato con la tesoriera de' nostri amorosi secreti, con l'aurora del mio sole. Che novella m'apporti della mia dolcissima Sulpizia? BALIA. Cattiva, la peggior che sia. EROTICO. Dimmela, non piú tardare. BALIA. Mi dispiace di darvela. EROTICO. Non dovevi cominciare, se non volevi darmela. BALIA. Sulpizia è maritata.

EROTICO. E perché mi dái contentezza di tanta importanza, te si prepara nuovo guiderdone, che partecipi delle nostre consolazioni. TRINCA. Or sei contento? ATTILIO. E consolato ancora. I miei sensi sono tanto occupati dalla improvisa dolcezza, che non posso gustar piacere dell'allegrezza; e se non muoio or di dolcezza, non morrò piú mai. Che fa mia madre?

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