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E' pare che cotesti dignitarii spesso si trovino per faccende fuori di casa, perchè io mi son provato a battere alle porte loro; ma vedendo che potevo rompermici le noccola prima che da qualcheduno mi venisse aperto, me ne sono rimasto. Voi, clero minuto, siete proprio gregge; e così sogliono chiamarvi i grassi prelati, perchè verso di voi si comportano da veri pastori.

Ma prima che morisse, desiderarei restituir l'onor che l'ho tolto, e scoprir l'inganno che l'ho fatto. PANIMBOLO. Ecco il vostro fratello che viene a voi. DON FLAMINIO. Don Ignazio ché al tradimento che v'ho fatto, non son degno d'esservi di chiamarvi fratello, vengo a voi ad accusar il mio fallo: io son quello iniquo che avanzo d'iniquitá tutti gli uomini.

Ma che era dunque avvenuto? Donna Maria era troppo audace per avvilirsi tosto. Potete voi, disse a don Francesco, dimenticarvi a tal segno ed insultare una dama? Siete indegna di chiamarvi tale. La più abbietta delle donne non si sarebbe condotta come voi. È troppo! Che intendete? Che siete scoperta, disprezzata, ma ciò non basta.

No, voi non le troverete; rispose il padre Anacleto. Se sarete buona, se sarete sincera.... Vedete, signorina, vi chiamo come bisogna chiamarvi, perchè questo incognito non può essere conservato più a lungo. Vedete, signorina, ciò che nuoce un pochino a voi donne è il vostro desiderio di piacere. Scusabile vanit

ISOCO. O figlia cara ché all'amore e riverenza che vi porto non so che altro nome chiamarvi, che mi date tanta allegrezza in vedervi quanto mi deste dispiacere essendomi rapita: o che nobile aspetto, o come anco nelle miserie risplende la maestá della vostra bellezza! MELITEA. Siami lecito abbracciarvi con quella riverenza come mio padre: o mio caro e amato balio!

Udite: un debole cerbiatto tanto fa che un giorno o l'altro debba essere dilaniato da uno sparviero: ma gli può ficcare attraverso la gola un ossicino da mettergli tanto strozzamento da far maledire il pasto. Messere, Oldrado, che le azioni vostre mi permettano di chiamarvi cavaliere! Vi dissi: non sono armato e mi dichiaro vassallo vostro. Volete ricevere l'omaggio? O fuggite le pompe? Voglio.

Voi qui, figliuola mia! disse Teresa meravigliata di vederla. Che cosa siete venuta a fare? Ho udito che son venuti a chiamarvi per la signora del palazzo; udii pure che compar Matteo non ist

Tutte le cure del Senato nel chiamarvi i più eletti parroci, nel mantenervi il culto più attivo²⁷, non impedirebbero ch’egli vi ripetesse, come in corpore vili, l’opera devastatrice del maggior tempio della Capitale²⁸. ²⁷ Il Senato si occupava con manifesta predilezione della casa del Parroco, della rifusione delle maggiori campane e d’altro che accrescesse il lustro di questa parrocchia.

Sapeva della partenza disegnata alla volta di Noli; laonde, non avea voluto lasciarsi sfuggire la buona occasione e domandava di entrare nel numero degli eletti, che stava per condurre il suo signore a quella impresa, così piena di rischi e di gloria. Ed io pure, padre mio, che tale ben posso chiamarvi; soggiunse il Cascherano, con impeto di onesta baldanza.

O stelle nemiche d'ogni mio bene ben posso io chiamarvi crudeli, poiché nel nascer mio v'armaste di cosí funesti e miserabili influssi, deh, fuggite dal cielo, spengete il vostro lume e lasciate per me in oscure tenebre il mondo! O luna, oscura il tuo splendore e cuopra il tuo volto ecclisse orribile e spaventoso, e in tua vece veggansi orrende comete colle sanguigne chiome!