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Onde se mai generoso petto fu stimulato da disio di gloria, fu il mio in quel punto; perché sempre volgea gli occhi in quel ciel di bellezza, parea che da quelle vive stelle de' suoi begli occhi spirassero nell'anima mia cosí potentissimi influssi, cosí infinito valore ch'io feci fazioni tali che a tutti sembrarono meraviglie, ch'io non solo non andava schivando gli affronti e i rivolgimenti de' tori, ma gli irritava ancora, accioché con maggior furia m'assalissero.

Ero come in attesa di un portento. In certi momenti mi paragonavo, sorridendo, a quei maghi maravigliosi operatori di prodigi, che, avendo asservito tutte le più arcane forze della natura, le costringono alla creazione da loro ideata e voluta, e per ciò superiore alle ordinarie produzioni, le quali risentono inevitabilmente gli influssi delle circostanze e del caso. La loro opera non è diversa dalle creazioni naturali; si serve degli elementi esistenti, ma li combina con piena libert

Or chi bastarebbe a credere che i potenti influssi delle stelle partorissero tanta varietá? Mutar un uomo in un'altra forma! Lo vorrei schernire e burlarlo, ma mi par tanto simile a mio padre che la riverenza del suo aspetto mi ritiene.

Non l'avrei fatto, ancorchè avessi potuto pensare che per quanto essa fosse rimasta la stessa sgualdrina, pure le differenze di ambiente, di influssi, di contorni di conoscenze dovevano dar luogo ad altrettante differenze di linee, di tinte, di chiaroscuri e di avvenimenti.

O stelle nemiche d'ogni mio bene ben posso io chiamarvi crudeli, poiché nel nascer mio v'armaste di cosí funesti e miserabili influssi, deh, fuggite dal cielo, spengete il vostro lume e lasciate per me in oscure tenebre il mondo! O luna, oscura il tuo splendore e cuopra il tuo volto ecclisse orribile e spaventoso, e in tua vece veggansi orrende comete colle sanguigne chiome!

PANDOLFO. Sappiamo bene il valore vostro: che sforzate i cieli a fare a vostro modo. Ecco colui che vuole transformarsi. ALBUMAZZAR. Di buona indole. VIGNAROLO. Padron mio, nulla mi duole. ALBUMAZZAR. Di questo date grazia al Fattore del cielo, delle stelle, influssi planetari celestiali, che t'ha fatto uomo, che per forza del suo intelletto va penetrando i suoi secreti naturali.

Qui è il tempio della religione, qui il trono della giustizia, qui la vera sede della pace, qui il rifugio de' miseri, qui il seggio della magnificenza, qui il cielo pieno di felici influssi, qui fioriscono i nobilissimi intelletti, qui cantano per le mie rive piú assai canori cigni che per le vaghe rive di Meandro, qui il valor della cavalleria, le leggi e le armi e i buoni costumi che bastano a far felice ogni cittade; onde non è maraviglia se cosí io me ne pregio, me ne glorio e me ne vanto.

CRICCA. Che flussi: di sangue o di cacaiole? PANDOLFO. Dice «influssi» e non «flussi», bestiaccia! Doppo l'osservazione avremo audienza noi? GRAMIGNA. Si porrá a tavola a mangiare e bere. PANDOLFO. Che berrá? che mangiará questa mattina? GRAMIGNA. Una Venere allessa e un Mercurio arrosto. PANDOLFO. Perché Venere prima e poi Mercurio? GRAMIGNA. È uomo fuor del naturale.

«E i rematori dai banchi si ritrassero, ciascuno abbrividendo in volto mentre partenti influssi spargevano addietro un freddo attraverso il luogo e l'ombra della barca vacillava lungo l'immota profondit

Quanti siete v'imploro, a fin che immerso Non vada alcun d'infra gli amati miei Nella voragin dello stuol perverso! E te precipuo invoco, Angiol, che sei Protettor delle belle Itale rive, Difendi il popol mio da influssi rei! Tuoni del Campidoglio in sul declive possente la voce della Chiesa, Che salvatrice a tutte genti arrive!