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Nulla! Del resto, non aveva ella ragione, innanzi alla ragione, di agire così? Torto poteva averlo; Luisa Cima, innanzi al cuore umano e alle sue arcane leggi: ma ella si rideva di questo cuore umano, come di un fiore rettorico.

Se indarno sente che le batton l'ali, Se niun può leggere Le cifre arcane che il suo sen racchiude, Le aspirazioni giovani, immortali? Tremando, con la mente ella dischiude La strada al torrido Lontan paese ove il suo sire ha vinto Le barbare tribù feroci e nude,

È lo spettacolo più grato, più attraente che io mi conosca. Io l'ho sempre contemplato con piacere ineffabile, anche da bambina, quel velo misterioso, tutto soavi splendori, tutto arcane promesse, che ci nasconde, lasciandole indovinare, le terre lontane, e, dovunque noi siamo, ci mostra esser noi abbracciati dal cielo

O donne, a cui date troppo spesso il cuor vostro! O migliore delle donne, come vi siete fatta pari alla moltitudine delle figlie d’Eva! O angelo, come avete perdute le ali! Ma infine, povera donna! E perchè Ugo non seppe aspettare? Ella era sull’alba degli affetti; il cuor suo era tocco, ma le voci arcane che comandano di amare non avevano ancora parlato. Perchè morì egli? perchè non attese?

Forse dell'Inno a Satana Ti spaventò il concetto? No!.... Che tu abborri i vincoli Che strozzan l'intelletto, E so che, quando mediti, Ti ribelli ai confini, Al pensier del filosofo Imposti dai cretini. È ver, talora il genio Ama le forme strane, Ma il pensator sa leggere Nelle sue cifre arcane, E sa discerner l'enfasi Del verso che non crea Dal balenar fantastico D'una sublime idea.

Nessuno fuorchè i due che la videro; arcane sono le vie della provvidenza. Da quella sera in poi Angiolina non fu più quella di prima; noi gi

Il viso attonito, lo sguardo perplesso, quasi sgomentito, che volse in quel punto al vecchio gentiluomo, lasciavano indovinare che un abisso di fosche immagini, di pensieri informi, di arcane paure, s'era schiuso nella sua mente.

Ahi!.... Talora nel cranio, Indarno affaticato, Disperando, un terribile Dubbio m'è balenato! Pensai che forse esistono Idee vaghe e arcane Che invan le menti umane S'attentano a scolpir! Forse passò fra gli uomini Il sommo dei pöeti Fra la schiera dei mutoli E degli analfabeti.... E, forse, il suo silenzio Fu incompresa epopea, In cui sfuggì l'Idea Della Forma il martîr!

Due lettere O Fiordispina! Voi foste allora la donna più felice d'Italia, per non dire del mondo; amante, amata, e sul mattino dell'amore. Perchè, infatti, qual cosa è più bella del principio, nel giorno, e del mattino nell'amore? L'alba promette il meriggio, la luce, la vita, il piacere. Ogni sensazione è fresca, in quell'ora; ogni pensiero è gaio, e la speranza involge tutto de' suoi grati colori. Sull'alba, poi, il calar delle nebbie, il dileguarsi delle nuvole, vi scopre da principio le vette dei monti, vi mostra a mano a mano più ricisi i profili delle colline, vi rischiara le insenature delle convalli, dove la bella luce del giorno nascente illumina ad un tratto qualche ceppo di case, e va a cercare sotto un pergolato la graziosa figura di una fanciulla mattiniera, escita sul terrazzino a respirare la fragranza dei fiori. Così nell'alba dell'amore, i cuori si scoprono a vicenda le loro delicatezze arcane, le loro virtù recondite, i tesori del sentimento e tutto il meglio della nostra povera creta. Ed è grato lo studio, ed ogni novit

Giunone non si avvide di quel broncio terribile. Anche lei, come portavano le consuetudini della civil compagnia, dato al signorino quell'istante di attenzione che era consentito dal discorso, non aveva più posto gli occhi su lui. La notte di Ariberti fu inquieta. Mulinò sul guanciale truci pensieri e propositi di arcane vendette.