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Aggiornato: 24 giugno 2025
ATTILIO. L'esser scoverta mia sorella ha rotto tutti i miei e vostri disegni. EROTICO. Parlate troppo confuso, distinguete, troppo gran cose dite in brevi parole. ATTILIO. Il mio male è di sí perversa sorte, che l'animo s'inorridisce di spavento e la lingua non basta manifestarlo. EROTICO. Dillomi tu, Trinca.
Come poi il vecchio sará morto, vi sposarete con i legitimi modi. EROTICO. Ah, ah, ah, come si può trovar il piú bel caso, e da ridere? ATTILIO. E da rider, sempre che ce ne ricordaremo. Giá il cuor, ch'era sepolto nella disperazione, comincia a ravvivarsi nella speranza. EROTICO. Ed il mio respira, ch'era giá morto nell'angoscia; e giá spero posseder la mia Sulpizia.
V'apporto una grande allegrezza. ATTILIO. Ne ho perduto ogni speranza. EROTICO. Si dee piú tosto perder la vita che la speranza. TRINCA. Consolatelo, signor Erotico. EROTICO. Non può consolare il compagno, chi non può consolar se stesso. ATTILIO. L'allegrezza, che tu dici, è come quell'olio che si pone alla lucerna, quando sta per spengersi.
EROTICO. Il vostro miserabilissimo caso è degno di compassione e mi ha commosso l'animo; e il buon amico deve esser officioso in dar consiglio e aiuto al suo amico nella cattiva fortuna, e nol facendo ne ha da render conti alle leggi dell'amicizia. Ma io confesso che non so né che aiuto né che consiglio possa darvi. Ma che pensate di fare?
Mangiaremo cosí alla domestica, e non facciamo come certi ignoranti, che nel banchetto spendono la metá della dote. EROTICO. Maggior grazia riceverei, s'andassimo a sposarla ora. PARDO. Andiamo fra tanto al sarto per le vesti. EROTICO. Andiamo dove comandate. BALIA sola. BALIA. O mondo immondo, o mondo tutto pieno di fallacie e d'inganni, or chi può vivere in te, che sia sicuro dalle tue insidie?
TRINCA. E cosí arai la tua moglie desiderata. ATTILIO. Cose contrarie: è trovata la sorella e arai la moglie desiata. Cosí, Trinca, ti beffi del tuo padrone? TRINCA. Avete il torto a dirlo. Voi arete la vostra Sulpizia ed Erotico la sua Cleria. ATTILIO. Or ti beffi di l'uno e di l'altro. TRINCA. Io dico il vero all'uno e all'altro.
EROTICO. Dio vi accresca salute e vita, mio carissimo padre e padrone: padre in amore, padrone in riverenza. Vo' baciarvi le mani. PARDO. Non mi fate questo torto, ché non lo comporterò: volete vincerla pure? EROTICO. Perché è mio debito di farlo. PARDO. Poiché dite che mi sète figlio, potrete trattarmi come vi pare.
EROTICO. Ed è possibile che non vogli lasciar l'ira per un poco e ascoltar le mie ragioni? BALIA. M'incolerisco di sorte, che se mai mi dispiacque d'esser donna, mi dispiace ora; ché si fussi uomo come te, ti caverei quelle intestine dal corpo.
La signora Veronica non era punto mutata: secca, striminzita nell'abitino nero, stinto, di seta gros, aveva sempre il fegato avvelenato dalla gelosia contro l'Ottavia, che adesso le contendeva vittoriosamente l'effetto erotico dei vergissmeinnicht sul vice pretore.
Di' ad Erotico che venghi a trovarmi, e appuntiamo il tutto, ché, quando le persone sono d'accordo, è mal il differire, ché sempre si pone in mezo occasione di disturbi. TRINCA. Farò il tutto come m'imponete. GULONE parasito, solo. GULONE. Sempre ch'odo sputar filosofia da questi savioni, odo dir che la natura è stata a noi benignissima madre.
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