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Aggiornato: 22 giugno 2025


Epistola di Carlo a papa Martino, data il 9 giugno 1284, nel Testa, Vita di Federigo II di Sicilia, docum. 2. Il numero delle galee di re Carlo è cavato dai diplomi, che s'accordano con d'Esclot, cap. 119. Ho scritto numero tondo, perchè ci sarebbe il divario di due o tre, che nascea dal computare or le sole galee, or anco i galeoni e qualche altro legno grosso. Saba Malaspina, cont., pag. 411.

Epistola in versi Voi franco mi garrite, altri mi mormora Dietro le spalle perchè sol di futili Novellette, di ciancie e di bazzecole O di lesti epigrammi io colmo il mignolo Giornaluccio; mai d'Europa ai tumidi Fati consento qualche breve pagina, mi invischio gracchiando alla polemica Che oggidì più che mai ferve in Italia Fra chi in alto è salito e chi si arrampica. «Passò quel tempoAnch'io nelle effemeridi Da un soldo strimpellai guerra e politica, E logoro il cervello e guasto il fegato Mi ho nel vano armeggío.

O hai ricevuto una epistola del tuo Mentore, o gli hai scritto le diceva di Reana. E fremeva, pur non osando, dopo il rabbuffo avuto, insistere per conoscere il tenore di queste corrispondenze. Fu la Teresa stessa che un giorno, sorpresa da lui nel punto che stava per chiudere una lettera destinata al conte, la tirò fuori spontaneamente dalla busta e gliela diede fra le mani.

Poco scrivon della risposta di Carlo; forse non amando a ripetere ingiurie contro il re di Aragona. Saba Malaspina, cont., pag. 379 a 381, porta una epistola, ch'ei dice breve e non è. Al magnifico uomo Carlo re di Gerusalemme e conte di Provenza, Pietro d'Aragona e di Sicilia re.

La sua assenza è il suo strazio. Per liberarlo, ha messo sossopra mezzo mondo. Ha mandato una lunga epistola all'episcopato italiano ha scritto al presidente dei ministri e ha fatto bussare, a insaputa del fratello, fino alle porte reali. In mezzo a noi, don Davide, non ha mai fatto sentire il prete.

Nell'Anon. chron. sic., cap. 40, si legge al contrario una epistola di Carlo a Piero, e la risposta: lunghe oltremodo, intessute di frasi bibliche, e di ingiurie, tra le quali nuotano le reciproche ragioni, che sono a un di presso quelle accennate dianzi. Le stesse due epistole son trascritte da Francesco Pipino nella sua Cronaca, lib. 3, cap. 15 e 16, in Muratori, R. I. S., tom.

Mi aveva dunque consegnato una epistola elegantemente scritta per la sua bella, raccomandandomi di non consegnarla all'amica in presenza di suo fratello prete, ma con ogni segretezza. Appena sceso all'albergo, mi recai alla casa indicatami: la bella e graziosa fanciulla stava appunto alla finestra.

Più tardi Giuseppe Mazzini manda una epistola al Papa, dove quello che il Gioberti s'industriava ghermire in pro del Piemonte, questi intendeva agguantarlo in benefizio della Repubblica: il secondo concetto più semplice, guazzabuglio il primo di teocrazia, di dispotismo, e di democrazia; e del pari impossibile: la lettera del Mazzini, che parmi scritta tenendo a falsariga qualche omelia di San Cipriano, supplica il Papa di confidarsi a lui; gli promette aiuti fra tutti i popoli di Europa, anco in mezzo agli Austriaci; eglino soli, il Papa cioè e Mazzini, troveranno questi aiuti però che entrambi abbiano unit

Nel giorno di Pasqua del 1299 la Manfreda indossò degli abili pontificali, e, costituita una gerarchia ecclesiastica femminile, cantò litanie, predicò, disse messa in casa di certo Jacobo da Ferno, con epistola letta da Albertone, con vangelo composto dal Saramita.

E questo vi mostrò il glorioso Pavolo mio banditore quando dixe nella epistola sua che voi mortificaste il corpo e uccideste la propria volontá: cioè sapere tenere a freno il corpo, macerando la carne, quando volesse inpugnare contra lo spirito; ma la volontá vuole essere in tucto morta e abnegata e sottoposta a la volontá mia.

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