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Aggiornato: 24 luglio 2025


Ella di pianti nubilosa il ciglio, E punta il cor d'inconsolabil duolo, Scolora in su la guancia il bel vermiglio, Ed indi scioglie a questi detti il volo: Mirabile maestro, il cui consiglio Ne i gravi affanni è mio refugio solo, Ed a cui di spiar non è chi vieti De l'inferno e del ciel gli alti secreti;

Paolo Emilio Castagnola e Giambattista Maccari son due poeti ch'han Muse sorelle. Troviamo anche in essi l'inevitabile querela delle miserie presenti; la sconsolata tristezza del Leopardi, per la quale tutto fuorchè il duolo è vano, ha sfiorato anch'essi, ma appena, come un sentore di muschio che si è insinuato nelle vesti di due uomini sani passati per la casa di un morto. Fondamentalmente, essi hanno due fresche e vive nature, e, invece del loro dolore, canterebbero volentieri la grande sventura della loro patria, se non temessero l'esilio. Ambedue hanno un senso giusto ed esatto della realt

Quivi il lasciammo, che più non ne narro; ma ne l’orecchie mi percosse un duolo, per ch’io avante l’occhio intento sbarro. Lo buon maestro disse: «Omai, figliuolo, s’appressa la citt

E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta»; per ch’elli, accumulando duol con duolo, sen gio come persona trista e matta. Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, e vidi cosa ch’io avrei paura, sanza più prova, di contarla solo; se non che coscïenza m’assicura, la buona compagnia che l’uom francheggia sotto l’asbergo del sentirsi pura.

Quivi il lasciammo, che più non ne narro; ma ne l’orecchie mi percosse un duolo, per ch’io avante l’occhio intento sbarro. Lo buon maestro disse: «Omai, figliuolo, s’appressa la citt

E giá condotta è a tale che poco manca che dura vita non abbandoni e si ritorni ignuda al suo Fattor. FILENO. Caro padrone, affrena questi tuoi pianti. Tu vuoi pur far lieti i tuoi nimici e noi sempre tenere, miseri, in duolo.

" Il secondo! Il secondo!" Io risposi con gioia! Egli stringea le labbra e aveva chiuso gli occhi, Chè il duolo ama le tenebre. Le mani sui ginocchi Tremavano, ed il mento sul petto si appoggiava. "Me due volte vigliacco!" mastro Spaghi pensava. "Potevo una sol volta. esserlo!... Avrei dovuto "Tenermi la mia sposa e scordar l'accaduto! "L'oltraggio era comune a mille! Sarei stato "Felice!

Ed oh! com'anco in giorni abborriti Mia fantasia godea sciogliere i vanni, E fingersi ogni sera entro i graditi Templi, ed ivi esalar gli acerbi affanni! Poche amate persone e i patrii altari Erano allora i miei pensier più cari! Oh quai mi parver secoli Que' primi anni di duolo, In che fra mura squallide Vissi cruciato e solo!

Per gli occhi fuori scoppiavan lor duolo; Di qua, di l

Quel che fe' poi ch'elli usci` di Ravenna e salto` Rubicon, fu di tal volo, che nol seguiteria lingua ne' penna. Inver' la Spagna rivolse lo stuolo, poi ver' Durazzo, e Farsalia percosse si` ch'al Nil caldo si senti` del duolo. Antandro e Simeonta, onde si mosse, rivide e la` dov'Ettore si cuba; e mal per Tolomeo poscia si scosse.

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