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Aggiornato: 24 luglio 2025


che quella di colui che li è davante; e noi movemmo i piedi inver’ la terra, sicuri appresso le parole sante. Dentro li ’ntrammo sanz’ alcuna guerra; e io, ch’avea di riguardar disio la condizion che tal fortezza serra, com’ io fui dentro, l’occhio intorno invio: e veggio ad ogne man grande campagna, piena di duolo e di tormento rio.

Ben mi mostrate in poco conto avere, se per me un Ruggier sol vi fa temere. Gradasso, ancor che con vergogna e duolo lo dica, pure, a chi 'l domanda, narra che fu in Soria a un castel mio prigioniero; ed è pur d'altra fama che Ruggiero.

Per li occhi fora scoppiava lor duolo; di qua, di l

Girani intanto si studiava di tergerle la ferita e in qualche modo stagnarle il sangue che ne sgorgava, per quanto vedesse ripigliarsi la Marcellina, ei si svestia del timore o rattemprava il duolo.

vuoto il nido tuo.... è vuoto il mio: La speranza non più nel cor accende Garrule gioie e lieti amori in questa Notte del viver nostro; indarno splende La danza delle stelle... In nota mesta Al tuo risponde il mio querelar pio. "Ma se un raggio di giubilo non splende, Ci conforti, fratel, il cantar pio, Che rompe il duolo della notte mesta.

Iocondo la cagion gli manifesta, ond'era molti stato dolente: perché trovata avea la disonesta sua moglie in braccio d'un suo vil sergente; e che tal pena al fin l'avrebbe morto, se tardato a venir fosse il conforto. 43 Ma in casa di sua Altezza avea veduto cosa che molto gli scemava il duolo; che se bene in obbrobrio era caduto, era almen certo di non v'esser solo.

Ei non vorrìa parlar, ma l'occhio nero A lei rivolgere Saprìa soltanto, e col ginocchio al suolo Offrirle alfine il suo core sincero. E tutto dirìa poi con voce lenta: Il lungo attendere, L'antica speme ed il suo giovin duolo, E la brama divina che il tormenta,

Pure i miei versi altera illusïone Sembravano condurmi ad una mèta Lontana e fulgida... E sorge al guardo mio la visïone Che ad ora ad ora evóca in me il poeta. Il poeta dovria cantar l'eterna Lotta dell'uom col male e col desire, L'ardua battaglia E dei sensi e del cor che ne governa, La ribellione al duolo nostro sire.

Del grave duolo il vago volto impressa Va tra l'armate genti; ognun la mira, E mirarla di duol cotanto oppressa Più fuor de gli occhi altrui lagrime tira. Ella ciascun di dimandar non cessa, Ma tacendo ver lei ciascun sospira; Pur volge il guardo, ove dolente stassi Piangendo Alcasto, e col

Quel che poi ch’elli uscì di Ravenna e saltò Rubicon, fu di tal volo, che nol seguiteria lingua penna. Inver’ la Spagna rivolse lo stuolo, poi ver’ Durazzo, e Farsalia percosse ch’al Nil caldo si sentì del duolo. Antandro e Simeonta, onde si mosse, rivide e l

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