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Aggiornato: 11 giugno 2025


Una volta, accorso dalla mamma per domandarle la spiegazione di non so che cosa, la trovai che piangeva, pur continuando a leggere. Mi fermai a pochi passi da lei, non osando di avvicinarmi. Che hai? Perchè piangi, mamma? Dalla sua risposta capii che la faceva piangere quel libro. Buttalo via, le dissi, è un libro cattivo! No, è anzi un bel libro, rispose.

Tornando a Londra mi seguì un caso che mi fece rimpiangere amaramente di non sapere l'inglese. Nel vagone c'era un signore che fumava la pipa: io accesi l'ultimo sigaro virginia d'una reliquia di mazzo che avevo portato da Parigi. L'avevo appena acceso, quando entrò una signora. Io faccio un atto come per domandarle se il fumo le d

È il segreto di quell'anima dolorosa, ed io non ho ardito di domandarle una spiegazione. Sempre tardi! Potrebbe essere il motto di tante buone creature di questo mondo.

Egli si era subito arrestato, offrendole il braccio nel vacillamento che l'altra non riusciva ancora a vincere, e guidandola fuori della sala la cui atmosfera era divenuta asfissiante. «Grazie!...» mormorava, con voce profonda; «ogni suo desiderio è legge per me...» E senza dire più nulla, senza domandarle la ragione di quella proibizione nella gioia trionfale di sentirsela accanto, l'aveva guidata verso la serra. Il luogo era deserto, una luce discreta vi si diffondeva dalle oblunghe lampade giapponesi, i rumori della festa arrivavano attutiti dalla distanza, e la meravigliosa vegetazione tropicale, i fogliami larghi e carnosi, gli avviticchiamenti quasi convulsi dei rami, l'acutezza penetrante degli esotici profumi, l'umido tepore dell'aria deliziosamente snervante, avevano finito di opprimerli entrambi... «Si ricorda?..» mormorò Ermanno ad un tratto, con una voce bassissima stringendo un poco il braccio della sua compagna. Si era arrestato, contemplando il meraviglioso profilo di lei, le labbra leggermente dischiuse, gli sguardi smarriti, l'eburneo pallor delle guancie. «Si ricorda, Massimiliana.... quel che io le dissi qui?..» e le aveva presa una mano, stringendolesi di più. La signorina di Charmory aveva fatto per trarsi indietro, guardando attorno come in cerca d'aiuto; egli l'aveva trattenuta con una muta preghiera. L'allegra festa rumoreggiava lontano, dalla serra esalava una larga respirazione, un alito infinitamente dolce, come una persuasione d'amore... «Massimiliana... io l'amo...» sussurrò Ermanno, con la ragione perduta nella lenta invasione di un desiderio folle di carezze e di baci, «Massimiliana... mi consenta di ripeterlo... è una soavit

Ubaldo giudicava cosa naturalissima che il principe, ora che stava un po' meglio, scrivesse a Maria per domandarle notizie e per esprimerle il suo rincrescimento per la gravissima disgrazia occorsale, e non si meravigliava punto che Maria non avesse fretta di leggere quella lettera.

Lalla doveva essere davvero molto stanca, perchè si appoggiava tutta al braccio di Giacomo, fermandosi ancora, ad ogni ramo di scala, con atteggiamenti pieni di amorevolezza; e siccome, ad un certo punto, Giacomo si fermò risoluto, come per domandarle conto del suo abbandono: Ho avuto paura, ella gli disse. Dio, Dio: credevo morire dalla paura.

A queste parole il buon Andrea provò un grande rimescolìo: ma l'anima sua n'era andata da Gemma, per farle atto di servitù. Così quel grande cuore divenne un giocherello nelle manine di Gemma, che si compiaceva a farne tutto quello che voleva. Il fiero e robusto garzone, dalla tempra indomabile, si piegò a tutte le delicatezze, a tutte le finezze, a tutti i capricci della sua fanciulla, curvò la sua fibra, diventò per lei una dama, anzi una madre. Fu visto impallidire e arrossire ad ogni cenno di Gemma; chiederle ogni momento della sua salute e dopo vergognarsene e domandarle scusa pel fastidio; guardarla negli occhi per indovinarne i desiderii e rivoluzionare il mondo per soddisfarli; correr dietro al medico ed interrogarlo ansioso e confessargli che tutta la sua vita, tutta la sua felicit

Se mi puoi dare cento lire. Sul serio, mi occorrono. Ma non le ho. Quei pochi risparmi se ne sono andati. Non per me, sai. La sola tassa di buon ingresso al circolo artistico mi costa 180 lire. Avrei potuto domandarle a tuo padre, perchè in fin dei conti non ci sono entrata per mio gusto. È stato per farmi conoscere. Ho anche dovuto comprare un quadro. Un quadro?

Lalla, che non capiva nulla, ritornò a piangere anche lei; baciava la bocca, le guance, gli occhi della povera sconsolata, e colla vocina infantile continuava a domandarle: Perchè piangi, mamma? Rinvenuta un poco dallo sgomento di quella scoperta, la poveretta ebbe qualche conforto dal dubbio.

Non potendo andare dalla famiglia, come fra Cristoforo, a domandarle perdono, le mandò una lettera bagnata delle sue lagrime. La famiglia mi ha perdonato, il parroco del mio paese lo ha fatto sapere a tutti dal pulpito, ma il governo tace ancora. Ah, è duro il governo coi poveri condannati! Una volta che siamo pentiti dovrebbe permetterci di riabilitarci.

Parola Del Giorno

branchetti

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