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Aggiornato: 6 giugno 2025
Paolo levò gli occhi attoniti, per vedere se nell'espressione di lei potesse afferrare il senso arcano di quella domanda importuna. Ma trovò così splendidamente bello e vivido il suo volto, che il breve e ingiustificato sospetto si trasformò tosto nel suo pensiero in una deliziosa sensazione d'amore. Come siete bella! esclamò, dimenticando l'inchiesta di Fulvia.
Si tenevano stretti stretti per la mano, si guardavano muti, sospesi in un'onnipossente ebbrezza, dimenticando le sofferenze passate, l'infame tranello stato loro teso. Un sospiro profondo della bella guantaia li strappò a quell'estasi. Credi tu adesso alla mia innocenza Adriana? sussurrò Gabriele, fissandola con uno sguardo pieno d'amore.
E, dimenticando, nello spavento di quell'istante, le forme rispettose ch'egli pretendeva da lei in presenza d'altri, anche del figlio, si lasciò scappar detto: Rispondimi, Lorenzo... non lasciarmi in tanta inquietudine. S'accorse in quella della presenza di Emilio e del sogghigno mefistofelico cui gli metteva sulle labbra quella famigliarit
Subito, appena entrata nell'ambiente suo naturale, Lalla aveva cominciato a non sentir più altro che disgusto per il primo amoretto di Santo Fiore. Sandro scapitava troppo in confronto degli eleganti giovinotti che la circondavano, e la fanciulla, dimenticando di essere stata lei a volerlo a' suoi piedi, faceva ormai pesare sull'amante il pentimento che, nell'interno suo, gi
Nino alla sua tavola si arricciava i baffi, dimenticando di offrire le vivande a Nunziata; e Nunziata, senza smettere di discorrere e di sorridere, amabilissima, si mordeva le labbra scarlatte e faceva girare e rigirare gli anelli sulle dita delicate. D'un tratto disse come per caso che proprio oggi aveva ricevuto una lettera dal conte Melindo di Tarbìa. Melindo di Tarbìa? Subito Nino si rabbuiò.
Costretta dalla sua condizione di padrona di casa, Ginevra aveva saputo, veduto ogni cosa più lieve, e ciò che aveva veduto e saputo raccontava partitamente all'amica, non dimenticando nulla, nemmeno il tacco del piccolo Riario, che s'era staccato nel fervor delle danze. Tutta la lettera era un chiacchierìo, un cinguettìo, uno scoppio di risa. L'amaro, quel che Aloise cercava, era in fondo.
Ringraziamo Dio che non sia stato peggio mormorò Massimo, posando e dimenticando la sua mano pesante sul ginocchio di lei. E il barone? chiese il Cresti. Si comportò con perfetta cortesia, nè volle partire, se non quando seppe che l'operazione era riuscita bene. E com'è lo spirito del povero ragazzo? Buono. Ride, scherza, fuma. Ha sopportato l'operazione con mirabile fortezza. Senza cloroformio?
All'oblivione si è condannati, quando si è vecchi! e noi per un pezzo andammo avanti, dimenticando Elia, il padre di Marzia, il torturato del Santo Ufficio! Dacchè egli aveva raggiunto i trecento alla partenza da Roma, la sua esistenza era stata macchinale al punto d'esser tenuto in generale per demente.
Passò le ore affaccendata e distratta; andò dalla sua camera al giardino, dal giardino in cucina almeno cinquanta volte, dimenticando sempre qua e l
La tenerezza, che di consueto non trapelava mai dalla fiera tetraggine della sua natura, si era allora come sprigionata da un duro involucro. In quel momento l'esistenza del Lautrec non era che amore, ma così intenso amore, che la commozione che glie ne derivava gli tirava quasi le lagrime agli occhi. Chiunque allora avesse potuto guardargli in cuore, dimenticando chi esso era veramente, non avrebbe saputo rifiutarsi a compiangerlo, direi quasi, ad amarlo; tanta era la santit
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