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Aggiornato: 5 luglio 2025
Quanto ai detenuti politici, la giustizia dei papi aveva edificato a posta per essi il vastissimo carcere di San Michele, nel quale dovevano starsi imprigionati insieme alle donne di mala vita. Strano concetto che dimostra la nequitosa malizia della Curia romana! Il carcere di San Michele fu destinato ai rei di stato, e alle femmine di mala vita!
La «colomba» e il linguaggio dei detenuti non si possono capire bene che dopo sei mesi di cella in una casa di pena o in un carcere giudiziario, dove la voce degli inquilini è perseguitata dalle punizioni che macerano lo stomaco e riducono in una tana sotterranea come tanti animali.
Petronio non se lo fece dire due volte, e corse ad approntare una stanza attigua a quel camerone, la quale serviva ad uso di cancelleria criminale per l'interrogatorio dei detenuti. Marini si volse al suo cancelliere Passerini, ch'era rimasto rispettosamente indietro. Questa sera, disse, voglio assumere i costituti di Curzio Ventura, di Giuseppe Monti e di Gaetano Tognetti.
Così dicendo i due amici si abbracciarono e si divisero. Leonida chiuse l'uscio e si ritirò al corpo di guardia per eseguire la ronda a cui doveva conformarsi con un picchetto de' suoi Volontari, accompagnando la ronda dei birri, che non si fidavano di visitare le celle dei detenuti da soli.
Se soffocati dal malore noi, all'aria aperta, e marciando a dovere santo a liberazioni di schiavi che non soffrirebbero in quella pesante notte i rinchiusi nell'afa micidiale di un carcere? In Palermo certo i dormenti eran pochi. E i detenuti? molti!
La sua vanteria è di essere il direttore che ha fatto mangiare, come si esprime lui, più cella di rigore ai detenuti di tutti i direttori d'Italia. Le guardie che vogliono entrare nelle sue grazie devono dargli ogni mattina prova del loro zelo. Non si sono mai visti tanti puniti a pane ed acqua come in questi giorni.
In quel momento altre persone entrarono nel camerone, senza che il secondino, tutto assorto ne' suoi pietosi sentimenti, se ne accorgesse. Il giudice Marini, al quale era devoluta insieme all'istruttoria del processo politico, la sorveglianza del carcere dove erano detenuti gl'inquisiti, faceva sempre le sue visite in ore insolite e inaspettate, a modo di sorpresa.
E Petronio uscì inchinandosi, e chiuse l'uscio. Come vi chiamate? chiese poscia Marini al detenuto. Mi avete interrogato un'altra volta, rispose Curzio con piglio sprezzante. Il mio nome vi è noto. Il giudice processante, vedendo che incontrava del duro, si atteggiò al sembiante della dolcezza. Egli sapeva assumere modi e parole diversi, secondo l'indole dei detenuti da esaminare.
Dopo una risciacquata e una golata, la buttai in terra come se fosse stato un liquido avvelenato. Puah! Lo smanettamento, la consegna delle buste coi denari e la registrazione dei detenuti durò una buona mezz'ora. I viaggiatori sembravano stracchi morti. Nessuno diceva una parola. Qualcuno sbocconcellava la pagnotta e qualche altro rimaneva in piedi.
Noi abbiam lasciato, nel capitolo anteriore, Marzia furibonda, correndo per i corridoi del castello, ed aprendo, con tutta la sveltezza di cui era capace, tante celle quante ne trovava, e così pervenne a veder i volti amati della sua Lina e di Lia: molti furono pure i detenuti patriotti in tal modo liberati.
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