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Aggiornato: 2 giugno 2025
Ecco... intanto... bisogna aspettare che sia maggiorenne borbottò Daniele, a testa bassa, strappandosi i pelolini dei calzoni.
Se volete, rispose l'uomo, soffiando il fumo dalle nari, -io getterò lontano da me questo bastone, camminerò come il paralitico risanato dal calore della vostra parola. Voi potete tutto su di me.... Sì, fatemi il favore, cominciate da oggi! ribattè la signora. Sarete meno rattristante. Daniele? disse l'uomo al domestico in livrea che, sopraggiunto, si era posto a qualche distanza.
E Giacomino, con signorile eleganza, appoggiandosi ad una stecca di biliardo, fece tutte le presentazioni speditamente e coi dovuti inchini, mentre il buon Daniele sorrideva come uno stupido e s'imbrogliava nello stringere tutte quelle mani. Complimenti!... Servitor suo! e guardava Giacomino per farsi coraggio.
Si accomodi, prego esclamò il giovane Trebeschi alzandosi e inchinandosi con perfetta galanteria. Si alzò quasi subito anche il signor Daniele, ma per la confusione il cappello gli scivolò di mano e andò a cadere sotto il tavolino. Merci, monsieur. Il giovanotto fece un gran saluto col berrettino stendendo il braccio all'inglese, e la signora, Merci, messieurs si accomodò fra Giacomo e Daniele.
Allora il Facchinetti cambiò tono, diventò garbatissimo, si profuse in complimenti, in scappellate, fece entrare i due signori nel caffè, e li condusse a un tavolino in un angolo oscuro. Cameriere! vermouth! No... no... Mi faranno la cortesia di accettare il vermouth. No; no... grazie balbettava il signor Daniele. Prego, prego; senza complimenti; sediamo. È sempre mio buon padrone.
Anche, la domenica, quando i commessi se n'erano andati, la signora Maddalena teneva tuttavia nello scrittoio il signor Daniele a rifare tutti i conti, a stendere il bilancio della settimana.
Il signor Daniele pareva avesse il presentimento d'una grande disgrazia. Ma il figliuolo entrò diritto nel caffè, e lui, par non lasciarlo solo, gli tenne dietro sospirando. Un punch frappè! Molto frappè! Giacomino allungò le braccia, tirò fuori i polsini dalle maniche, accese una sigaretta e domandò lo Sport illustrato e il Figaro. Il babbo lo contemplava estatico.
Daniele si fece coraggio e finalmente diede libero sfogo alle centomila domande che da tanti giorni gli stavano sul cuore. Ed era proprio partita per Borgo San Donnino?
Un giorno, sull'imbrunire, egli passava dalla via di Santa Margherita coll'involtino dalla carta rosa, di prosciutto di San Daniele e di mortadella, ch'era stato a prendersi apposta per il pranzetto, quando addocchiò quello "splentore di pionta" che entrava nel negozio di musica del Ricordi. "Oil
Il signor Daniele era la gallina che aveva covato un uovo di aquila; rimaneva come sbalordito e timoroso dinanzi a quel figliuolo, che non pareva dello stesso sangue dagli altri: lo ammirava, nelle sue qualit
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