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Aggiornato: 27 giugno 2025


Rispettando chi molto ragiona e poco osserva, io poco ragionando e molto osservando ho ingravidata la mente, la quale, senza incomodare la lingua, ha dato poi tutta la briga, quando a una mia penna di pollo d'India, quando a una mia penna d'oca, di discorrere sopra i fogli che succederanno a questo preambolo.

Nello studio della ditta F. Marliani e C. v'erano due persone ad aspettar l'amico Ciliegia colle vittime. Marliani il prestanome, erasi sdraiato nella sua poltrona, dinanzi allo scrittoio, colla sua brava penna d'oca infilata sull'orecchio, per darsi l'aria di un conservatore che stenta ad accettare le novit

Quando però essa fu sulla soglia, volle pigliarsi la sua vendetta: e indicando un'ombrella dal manico a becco d'oca che il capitano soleva portare in viaggio, disse colla bocca amara: Però le bugie hanno il becco d'oca. Carlinetto non la lasciò finire e chiuse l'uscio con fracasso sul muso della megera. Allora tutti si abbassarono per trarre il povero avanzo di Crimea dal suo nascondiglio.

Accanto ad essi il breviario aperto pareva annoiarsi aspettando la ripresa della lettura interrotta, in compagnia di un gran calamaio di piombo da cui aveva l'aria di spiccare il volo una coppia di penne d'oca; appoggiato al calamaio un rotolo di carta azzurrognola coperta di fitti e grossi caratteri. A destra del tavolo nereggiava gettando un'ombra lunga e tagliente sulla parete, una libreria.

SAMIA. Niente, pare a me. FULVIA. Pure? SAMIA. Che lo spirito gli ha risposto... Oh! come diss'egli? Non me ne ricordo. FULVIA. Sia col malanno, cervel d'oca. SAMIA. Oh! oh! oh! Io me ne ricordo. Dice che gli ha risposto anghibuo. FULVIA. Ambiguo, vuoi dir tu. SAMIA. A quel modo, . FULVIA. Non dice altro? SAMIA. Che di nuovo lo pregherrá. FULVIA. Altro?

Gli dette un largo foglio di carta bianca, una penna d'oca e chinandosi su lui, ripetette: Scrivi. Ma mentre si chinava, ella non seppe schivarsi ed egli la baciò fuggevolmente. quelle labbra potettero frenare un sorriso. Scrivi, scrivi disse la bella voce, un po' velata.

Lo Sciampagna tornò a spumeggiare nelle coppe, e Lombrichi, inumiditosi le labbra e la gola, incominciò: Un giorno il nostro caro ed illustre ospite fu ad assistere alla distribuzione dei premi delle allieve della scuola di ballo... È una funzione a cui non manco mai: interruppe Bancone stuzzicandosi i denti con un piumino d'oca appuntato.

Ah!... To!... Veh!... La gran testa d'oca ch'io sono...! E dire che io mi era gi

Avevo concesso sfogo ad uno, a due, a tre, a quattro sbadigli, avevo alzato una spalla più dell'altra per sentire accidiosamente il collo sepolto nel bavero, m'ero avvicinato al tavolino, allontanando con prudenza un mozzicone acuto di penna d'oca; e, trascinandomi dietro un seggiolotto, non avevo più sentito la mia zucca che si perdeva nel sonno.... O santi Magi adorati nella mia infanzia!

Ecco la facciata della villa. Un Giusepp'Antonio Castelli la ideava con tutta la tracotanza e il fasto dei Tiepoleschi: un gran parruccone sporco la approvava col cipiglio arcigno e la penna d'oca alzata, come un ritratto dell'Ospedale.

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