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Aggiornato: 24 giugno 2025
Dentro dal monte sta dritto un gran veglio, che tien volte le spalle inver' Dammiata e Roma guarda come suo speglio. La sua testa e` di fin oro formata, e puro argento son le braccia e 'l petto, poi e` di rame infino a la forcata; da indi in giuso e` tutto ferro eletto, salvo che 'l destro piede e` terra cotta; e sta 'n su quel piu` che 'n su l'altro, eretto.
Guardò intorno, e visto in un angolo un garah, sorta di vaso di terra cotta che fabbricano le donne del Kordofan, lo rovesciò e si sedette sopra incrociando le gambe alla moda dei turchi.
Nell'angolo più appartato, don Giorgio in cotta bianca e stola ricamata sopra la lunga veste nera, finiva di confessare gli uomini. Da due ore egli stava lì seduto, quasi immobile, nella luce tediosa di quella stanzuccia, nell'aria grave per tanti fiati misti al puzzo di moccolaia.
Sua madre, vedendolo venire, s'affrettò a far viso allegro; e Marta uscita di cucina gli passò dinanzi colla tazza di latte, e colla focaccia, che odorava lungi a venti passi, cotta per lui. «Sì disse Giuliano un sorso di latte, e il petto del montanaro è ristorato!»
Quella sala era tutta lucente, e i mobili di noce di stile modernissimo, anzi senza stile, acquistati in Santa Marta, erano massicci; avendo una passione per il marmo che gli ricordava le belle memorie del macello, lo zio Bortolo, oltre averne messo in abbondanza sopra due mensole che si facevano riscontro guardandosi con l'occhio enorme di due specchi, aveva aggiunto in una parete un canterano; negli angoli della stanza due tavolini da notte tondi, pronti a ricevere vasi di qualunque genere o puttini di terra cotta... erano gi
Era sempre in chiesa o in sacristia: era sempre in cotta a fare il chierico durante tutte le funzioni; ma quando serviva messa, all'Elevazione, scampanellava troppo forte e troppo a lungo; in processione, dava colpi al turibolo da buttar all'aria cenere e brace.
Non ci è differenza tra l'amor mio e il tuo: io fo l'amor con vitelle mongane, tu con vacche: carne ami tu, carne anco io: tu cruda e io cotta; e tanto è miglior l'amor mio del tuo, quanto è miglior la carne cotta della cruda.
Adesso la vecchia era malcontenta; anch'essa ricadde in una meditazione. Aveva quasi settant'anni, ma così curva e grinzosa li portava tuttavia abbastanza bene. La sua fronte di un colore di terra cotta, a larghe macchie, pareva spiegazzata: la bocca le era rientrata violentemente dentro le gengive deformando le linee, forse una volta belle del naso e del mento, ma sotto l'imperturbabilit
Egli adunque si avvio difilato a trovarlo in quella cameretta di via Santa Teresa, che al Bertone piaceva poco sul principio, ma a cui si era in breve cosiffattamente avvezzato, da non far più il menomo conto delle profferte della sua antica padrona di casa. Ariberti si aspettava lo squallore della prima volta che era stato lassù, ma s'ingannava a partito. La camera, strettina sempre (a farla più larga non sarebbe riuscito nemmanco il dio degli architetti), si vedeva arredata con una certa grazia, e quasi quasi con un'ombra di lusso. I mobili erano sempre quelli, ma lustrati con diligenza e rimessi a nuovo. La carta felpata che tappezzava le pareti, il copertoio del letto, operato dello stesso disegno e dello stesso colore della carta, una stoia d'erba sala intessuta a meandri sul pavimento, una stufina di terra cotta in un angolo, una gloriosa famiglia d'erbe in certi vasi verniciati sul davanzale, conferivano a quel nido di p
Conosceva anche il proprio cuore; e più di una volta le era parso di scoprire in esso dei sintomi di ciò ch'ella chiamava una «cotta», una «~toquade~», per questo giovane Nino dalla testa ricciuta, dal riso leggiero, dagli occhi violenti. Nunziata Villari temeva le sue «cotte». E non a torto. Da tempo ne conosceva i disastrosi effetti.
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