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Aggiornato: 2 giugno 2025


Anne-Marie lo accolse con soddisfazione. Spinse l'arco su e giù sulle corde con molta gioia, ma per poco tempo. Poi divenne impaziente e uscì in giardino a cercare un grosso sasso.... .... Mi faceva delle brutte vociacce, disse Anne-Marie, ritta e impenitente accanto ai frantumi di legno giallo, mentre Fräulein Müller e Nancy crollavano le teste, con dolore e rimprovero.

Mi sarebbe parso di profanare qualche cosa di sacro, sovrapponendo all'infantile e delicata sensazione una sensazione recente che, forse, avrebbe potuto affievolirla o farla sparire. E, per ciò, conservo nel mio studio la tarlata spinetta, di cui parecchie corde sono gi

La sua maggior soddisfazione è quella di far piangere le corde; qualche volta, infatti, egli riesce a far piangere la moglie ed i figli con un regime di sobriet

Fuor de la fiamma stava in su la riva, e cantava 'Beati mundo corde!. in voce assai piu` che la nostra viva. Poscia <<Piu` non si va, se pria non morde, anime sante, il foco: intrate in esso, e al cantar di la` non siate sorde>>, ci disse come noi li fummo presso; per ch'io divenni tal, quando lo 'ntesi, qual e` colui che ne la fossa e` messo.

L'almea fece uno sforzo supremo per ispezzare i legami e gettarsi su quel mostro in gonnella, ma le corde resistettero alla potente torsione. Ella si dimenò forsennatamente facendo crocchiare le ossa delle braccia. Non toccarmi! non toccarmi! rantolò.

SCI. E chi mai tra le sfere, o Dee, produce Un concento armonico e sonoro? COS. L'istessa ch'è fra loro Di moto e di misura Proporzionata ineguaglianza. Insieme Urtansi nel girar: rende ciascuna Suon dall'altre distinto; E si forma di tutti un suon concorde. Varie così le corde Son d'una cetra; e pur ne tempra in guisa E l'orecchio e la man l'acuto e il grave, Che dan percosse un'armonia soave.

L'armonia del vero Suona com'arpa dall'esatte corde Nel tuo spirto magnanimo ed aperto Al caldi venti dell'affetto. Il trono Su cui ti diede di seder la sorte Non per stolto dominio, e ben lo sai, Fu a te largito o per sollazzo al volgo, Ma sol per esser regalmente buono.

Questa cintura di corde, questi nodi che circondavano il corpo della donna votata a Venere, rappresentavano il pudore, il qual la riteneva con un fragilissimo legame, e che l’amore impetuoso doveva al più presto rompere.

Dieci ducati di oro! E' ci era da comprare un reame. Volevamo andare tutti: per metterci d'accordo facemmo il conto, e toccò a me. Sciogliemmo le corde, che noi altri cacciatori di montagna costumiamo tenere cinte a più doppii intorno alla vita, ed annodatele insieme ci parve potessero bastare per giungere laggiù: mi calarono; con la sinistra agguantava la corda, con la destra stringeva la coltella tagliente meglio di un rasoio: arrivo al nido, lo stacco, me lo assicuro fra il braccio, e il costato. Gli aquilotti strillano, sono sordo; gli aquilotti beccano, gli lascio beccare: agito la corda, mi tirano su, ed incomincio a salire piano piano come una secchia: ogni cosa cammina d'incanto. Giunto a due terzi, e forse saranno stati anche i tre quarti, della salita, mi percuote un rumore di aria rotta violentemente a modo di turbine, e m'intronano stridi disperati. Il giorno diventa buio, e al tempo stesso due punte m'investono, di cui l'una mi straccia la pelle del capo, e l'altra mi fora il cappello, e se lo porta via; perocchè le aquile fossero due, maschio e femmina, e a quanto pare, come Gildippe ed Odoardo, amanti e sposi: per giunta poi, genitori degli aquilotti che portavo meco. Ambedue rivolsero il volo per piombarmi di nuovo a perpendicolo sul capo. Io non aveva mai visto aquile così sterminate. Santo Uberto mi aiuti! Quando mi vennero vicino menai colpi da disperato; ne giunsi una fra la spalla ed il collo, ma non la ferii bene; all'altra mozzai un quarto di ala: ma egli era nulla; si alzavano, si abbassavano, volteggiavano, mi ferivano nel petto, su le spalle, nei fianchi, si avventavano così ratte ad artigli spiegati contro i miei occhi, che davvero incominciai a pentirmi di essere disceso laggiù: però mi difendeva il molinello, che faceva stupendamente veloce con la coltella per tutta la persona. Pensate un po' voi se dovevano, o no, essere nuovi spettacoli un cristiano sospeso per l'aria, che girava girava come fuso che torce la canapa, col nido degli aquilotti in collo, giuocare di scherma incontro alle aquile, le quali con tutte le malizie loro s'ingegnavano lacerarmi, e lo abisso pieno di stridi degli uccelli, e di voci umane le mille volte ripetute dagli echi, di penne svolazzanti, di sangue grondante, e di furore. Nel voltare la faccia in su incontro la faccia dello sconosciuto sporgente dalla balza, che rideva mostrando i denti a guisa di lupo quando ha fame; mi si abbagliarono gli occhi, e un sudore diaccio mi corse lungo la spina... Santa Vergine! Quale orrore! Nel menare colpi io aveva per inavvertenza tagliata più che mezza la corda, gi

Strano connubio!... Donna e intelligenza!... Una mandòla, cui la man d'amore Sa cercare una languida cadenza, E a cui scuote le corde Questo fantasma che sussulta e spia, E bacia, e sferza, e morde, E che gli umani chiaman: Poesia! Quand'io lessi i tuoi versi Ho pensato alla gioja Immensa e alla sventura Di chi può amarti, o bella crëatura!

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