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Aggiornato: 4 maggio 2025
La vittoria costava troppo al suo cuore; si sforzava di calmarsi per non affliggerla maggiormente, ma non poteva dissimulare tutto quel che sentiva. «O Emilia,» diss'egli, «bisogna ch'io vi lasci, e son certo che vi lascio per sempre.» Singulti convulsi l'interruppero, e amendue piansero a calde lacrime.
Sant'Aubert guardò il ritratto con viva espressione di tenerezza, lo recò alle labbra, al cuore, e mandò sospiri convulsi. Emilia non poteva credere ai propri occhi, ignorando ch'egli possedesse il ritratto di un'altra donna fuor di sua madre, e specialmente poi che gli fosse tanto caro.
Nitriti di cavalli, groppe che fumano sudatissime, ottoni brillanti delle bardature inglesi. Il sole fa divampare le facce che rosse si mescolano alle bandiere agitate dai borghesi. Due, tre bandiere, una folla di bandiere sventola su questa bassa terrazza. Le donne si piegano giù dai balconcini, visi convulsi in lagrime. Parlano, parlano, chiamano, consigliano.
Giorgio, che l'avea veduta tanto bella, non l'avrebbe più riconosciuta; ma parlavano l'occhio di lei e i battiti del suo cuore, e non poteva essere in dubbio. Si avvicinò, come preso da tremori convulsi, e un tanfo umido, greve, lo avvolse mentre il lume rischiarava l'agonizzante con riflessi così strani e foschi, da sentirne a tratti perfino paura. Ed era lei.
Erta sul busto, colle braccia rigide che le facevano sostegno, rimase un attimo indecisa. Ho paura! esclamò poi. Non per te, Sergio, ma ho paura! Perdonami! Le salivano convulsi alla gola singhiozzi senza lagrime; chino su di lei, le mie mani sentivan le ciocche de' suoi capelli, morbide e lisce, disordinate per il guanciale.
Nell'aprire l'albo Violet urtò leggermente un vaso di porcellana che portava delle rose sciolte. Una piccola rosetta incarnatina cadde sulle fotografie. Miss Yves cominciò il suo racconto sottovoce, con gli occhi fermi alla rosetta. Parlando e parlando prese il fiore nelle mani, che si aprivano e si chiudevano con lenti moti convulsi, e non lo lasciò più.
«No, tu vivrai, Corrado! » proruppe Manfredi, e si curvò sul giacente... aveva esalato l'ultimo fiato: una lacrima scese sul volto del morto dal ciglio del Re, che si allontana, prorompendo in singhiozzi convulsi. Allorquando il Provenzale si fu impadronito di San Germano, la plebe stolta, per piacere al nuovo signore, cinse di un capestro il collo del fedele Benincasa, e lo strascinò a vituperio per le strade della citt
I masnadieri gli si fecero addosso; egli provò di schermirsi, menava calci, mordeva chiunque gli si accostava: preso, più di una volta, uscì loro di mano; i muscoli del suo volto si agitavano convulsi; urlava da spiritato, volgeva qua e l
I parenti, che ci aspettavano sulla porta del Casino, si gettarono nelle nostre braccia, mentre Bitto, esaltato da parossismo di gioia, mugolava correndo su e giù per le scale, le stanze e la strada, saltando addosso ai passanti, ed entrando dai vicini con latrati convulsi per manifestare la sua immensa gioia del nostro felice ritorno.
Maria, buttata, distesa attraverso il letto, sui piedi della figliuola, aveva spasimi convulsi... e il duca Prospero povero duca si era allontanato gemendo. Il suo cuore paterno non poteva resistere a tanto strazio, non poteva vedere la sua Lalla a morire. Giorgio, invece, da molte ore, non aveva più una lacrima. Era disfatto.
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