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Aggiornato: 29 giugno 2025
Recenti nel potere, circondati d'abusi spettanti al governo caduto, arrestati a ogni passo dagli effetti dell'inerzia e delle incertezze altrui, noi abbiamo bisogno di tolleranza da tutti; bisogno sovra ogni cosa che nessuno ci giudichi fuorchè sulle opere nostre. Amici a quanti vogliono il bene della patria comune, puri di core se non potenti di mente, collocati nelle circostanze più gravi che sieno mai toccate ad un popolo e al suo governo, noi abbiamo bisogno del concorso attivo di tutti, del lavoro concorde, pacifico, fraterno di tutti. E speriamo d'averlo. Il paese non deve nè può retrocedere: non deve nè vuole cadere nell'anarchia. Ci secondino i buoni; Dio, che ha decretato Roma risorta e l'Italia nazione, ci seconder
E però gli ho collocati nella vita durabile in grandissima dignitá, e ricevono beatitudine e gloria nella mia visione, perché diêro exemplo d'onesta e sancta vita e con lume ministrâro el Lume del Corpo e del Sangue de l'unigenito mio Figliuolo e tucti gli altri sacramenti.
Dieci anni dopo venivano introdotte in Palermo per opera di G. A. De Cosmi, ch’era andato a studiarle a Napoli presso i Celestini di Germania, le scuole normali. Le prime tre ebbero posto ai Crociferi, al Palazzo reale ed alla parrocchia di S. Antonio. Dicevasi la nuova istituzione di non esser proprio la tedesca; il De Cosmi avervi apportate tali modificazioni da mutarne lo stampo originale, anzi averne senz’altro snaturato lo scopo, ch’era quello di dirozzare ed istruire il popolo. Malgrado queste ed altrettanti dicerie, le scuole vennero prese d’assalto. Nei soli Crociferi si contarono fino a cento e più alunni. Quaranta frati siciliani, che col De Cosmi erano andati ad istruirsi nel nuovo metodo a Napoli, furono tutti collocati nell’Isola, paghi del modico loro salario: e De Cosmi ne tenne la Direzione generale in Palermo, così come la Deputazione superiore teneva quella dell’insegnamento alto: due direzioni indipendenti l’una dall’altra, dipendenti solo dal Governo⁴³⁰. Il solito leggere, scrivere, far di conto e l’indispensabile catechismo ne era la base. Il latino, ritenuto allora indispensabile a qualunque studente, e che per una assurdit
Del resto, credesse Tristano o no, a quel che diceva, si può ammettere che sapesse benissimo quel che faceva. Ariberti, infatti, fece tanto d'occhi al discorso del suo padrino e prese quei lustrini per oro di coppella. Giunti all'aperto sulla neve, i due avversarî furono collocati l'uno di rimpetto all'altro, alla distanza di quei dodici passi che sapete.
Nella piazza quasi sempre spopolata e tranquilla, tanto che quando passavamo per andare alla messa o alla posta, non s'incontrava che qualche donna colle secchie la quale andava ad attingere l'acqua alla fontana, o qualche contadino colla gerla sulle spalle, c'è un frastuono indiavolato, intorno alla chiesa sono collocati dei banchi colle tende bianche, e sui banchi una quantit
Lassù sorgeva la rocca ciclopica, e nel medio evo il castello dei conti longobardi. Esiste ancora una vecchia torre rivestita di edera; sono vicino ad essa quelle mura di giganti che non si possono guardare senza stupore. E' ancora in piedi una bella porta ciclopica e le mura formano un quadrato attorno alla rocca. Le porte per solito finiscono in un arco a sesto acuto, o tozzo, come quelle di Alatri, di Segni, di Norba; questa invece è di stile quasi gotico, se non che esiste tuttora il macigno che serviva di chiave alla volta e non è possibile che abbia assunto la presente forma in seguito a rovina accidentale. Le pareti sono formate di sei ordini di macigni, collocati tre per tre; la larghezza della porta è di otto passi, la sua profondit
L'agonia di un empio. La cantatrice di storie ed il figlio, che noi or conosciamo per Esmeralda e Selvaggio, entrati che furono nel Lazzeretto, vennero collocati l'uno accanto all'altra: sebbene il sesso fosse diverso, pure il fanciullo aveva così teneramente scongiurato il severissimo soprintendente che costui, a malgrado dell'abituale rigore, si era lasciato vincere e fatto aveva un'eccezione alla regola. Ma il giorno dopo le cose avevano mutato di aspetto. La donna aveva vinta tutta l'ira della malattia; e sebbene fosse stata portata col
Ma era ben sicuro del contrario, e tremava. Caduti? Certamente, ma non laggiù; diss'ella, che in un volger d'occhio aveva frugato da per tutto. Sarebbero questi, per caso? Così dicendo, muoveva verso il parapetto, e si chinava a raccattare in un angolo un mazzolino di capelveneri. Son questi, sì, son questi; rispose Maurizio, respirando. Ma come così lontano dal sedile, dove io li avevo collocati?
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