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Aggiornato: 2 maggio 2025
Dieci anni dopo venivano introdotte in Palermo per opera di G. A. De Cosmi, ch’era andato a studiarle a Napoli presso i Celestini di Germania, le scuole normali. Le prime tre ebbero posto ai Crociferi, al Palazzo reale ed alla parrocchia di S. Antonio. Dicevasi la nuova istituzione di non esser proprio la tedesca; il De Cosmi avervi apportate tali modificazioni da mutarne lo stampo originale, anzi averne senz’altro snaturato lo scopo, ch’era quello di dirozzare ed istruire il popolo. Malgrado queste ed altrettanti dicerie, le scuole vennero prese d’assalto. Nei soli Crociferi si contarono fino a cento e più alunni. Quaranta frati siciliani, che col De Cosmi erano andati ad istruirsi nel nuovo metodo a Napoli, furono tutti collocati nell’Isola, paghi del modico loro salario: e De Cosmi ne tenne la Direzione generale in Palermo, così come la Deputazione superiore teneva quella dell’insegnamento alto: due direzioni indipendenti l’una dall’altra, dipendenti solo dal Governo⁴³⁰. Il solito leggere, scrivere, far di conto e l’indispensabile catechismo ne era la base. Il latino, ritenuto allora indispensabile a qualunque studente, e che per una assurdit
«Simili scene,» disse Valancourt, «dilettano il cuore come i concenti di deliziosa musica; chiunque ha gustata una volta la melanconia ch'esse ispirano non vorrebbe mutarne l'impressione per quella dei più squisiti piaceri. Elleno destano i nostri più puri sentimenti; dispongono alla benevolenza, alla piet
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