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Ricordo le ore notturne che passavamo sulla carta d'Italia, parlando dell'ultimo fine che la Repubblica Romana doveva proporsi; della guerra della nazione; dei modi coi quali avremmo potuto iniziarla; dei disegni che avrebbero dovuto presiedere al vibrarsi dei primi colpi. Parevami che in lui il concetto della guerra insurrezionale vivesse limpido, logico, rapido più che in qualunque altro da me interrogato; e gli studî da lui pubblicati intorno alla malaugurata campagna del 1848 lo riveleranno a chi vorr

Noi eravamo frattanto tornati in paese e passavamo giusto in quella davanti alla casa del mandriano. Sulla unica finestra del piano superiore notai gli steli disseccati di un garofano che penzolavano dall'orlo di una terrina rotta; ricordo ed immagine della felicit

Poveri contadini, che avete lavorato sotto la pioggia, nel letame, forse colpiti anche dallo sprezzo di noi che passavamo in carrozza, poveri fratelli che sorgerete a vendetta in un non lontano, beatevi del sole, dell'oro, dell'incenso della vostra chiesetta.... Contribuire a farvi gioire un po', un sol giorno nell'anno, è affetto, è delicatezza, è forse anche dovere.... Ed io come sono egoista!

Giorgio, un altro amico ed io passavamo la sera con lei. La via Manzoni brulicava di folla elegante. «Usciamo sul terrazzo a vedere le signore che tornano dal Corso» disse Fulvia. Ed uscì. Io me le posi a destra, l'altro signore a sinistra. Il resto del terrazzo era ingombro di fiori. Giorgio rimase dietro a lei.

Roberto Jannacone.... l'avete voi conosciuto? chiese Diana, la quale da molto tempo, senza che sapesse il perchè, si appassionava tanto pel disgraziato prigioniero. Se l'ho conosciuto? era mio camerata: un tempo, il mio migliore amico.... Ci confidavamo tutti i nostri piccoli dispiaceri, passavamo insieme le domeniche, e, negli altri giorni, ogni ora in cui fossimo liberi.

A mezzanotte si chiuse la trattoria; girellammo per persi un'oretta nelle deserte vie di Macon: per passare le altre tre, ed essendo abbastanza assonnati, credemmo che non sarebbe stato cosa malfatta sonnecchiare un pochino, ma quasi tutti avevamo detto addio a coloro che ci avevano ospitato; per cui ci riducemmo in dodici nella camera di un nostro amico: la notte antecedente alla mia partenza di Firenze aveva un degno riscontro nell'ultima che passavamo lassù.

Egli tacque. Passavamo per un sentiero alberato; e le foglie cadute stridevano sotto i nostri piedi; e, dove le foglie non erano, il suolo risonava come per cavit

Nella piazza quasi sempre spopolata e tranquilla, tanto che quando passavamo per andare alla messa o alla posta, non s'incontrava che qualche donna colle secchie la quale andava ad attingere l'acqua alla fontana, o qualche contadino colla gerla sulle spalle, c'è un frastuono indiavolato, intorno alla chiesa sono collocati dei banchi colle tende bianche, e sui banchi una quantit

Se la mi avesse fatto sempre così, non ci sarebbero quattro mangiapani di più, senza contarne altri due, che, poveretti, mangiano quello degli angioli. Basta, pigliamo quello che Domineddio ci ha mandato. Buon giorno e buona sera, Pasquale! disse il nostro Michele a mala pena ebbe veduto il legnaiuolo. Passavamo da queste parti, e siamo entrati a vedere se per caso foste gi

Io, De Andreis, Romussi e Federici passavamo parte della giornata con lui. Nessuno di noi poteva adagiarsi sul suo letto a pagamento, senza che venissero alla superficie filate di queste schifose bestioline che fanno pancia col vostro sangue. Mi diceva Turati che di notte sciupava il tempo con questi puzzolentissimi insetti che non lo lasciavano dormire.