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Aggiornato: 20 giugno 2025


Risorsero, vigorosissime, tutte le mie prevenzioni contro la donna. Solevo chiamarla la gran nemica, l'avversaria, per esprimere quel che reputavo esistere in essa di malefico, di diabolico.

L'opera d'arte allora, in quei lontanissimi secoli di secoli, era la stessa creazione; e noi possiamo chiamarla tale perchè era forma, forma materiale, incosciente, forma aggregativa, forma combinativa, chimica, vegetale e anche vivente, quantunque chimica, vegetale, e vivente in modo assolutamente diverso da quanto noi indichiamo oggi con questi aggettivi.

FLAMMINIO. Quanto ha che questo fu? PASQUELLA. Adesso, adesso, adesso. Poi mi mandorno, correndo, a dirlo a Clemenzia e a chiamarla. CLEMENZIA. Digli, Pasquella, ch'io starò poco poco a venire. Va'. LELIA. O Dio, quanto bene insieme mi dái! Io muoio d'allegrezza. PASQUELLA. Sta' poco, ché io ancora ho tanto da fare che guai a me! Voglio ire adesso a comprare certi lisci. Oh!

Ma pareva che una maledizione ingiusta la condannasse a vivere solitaria e senza affetti; anche la buona azione era rimasta infeconda, per non procurarle una gioia. Ed il vecchio era morto solo; ed il bimbo errava solo nelle gelide notti d'inverno; e la suora generosa e buona, era sola fra due letti d'ospedale. Fu tolta a quelle meditazioni da una infermiera che veniva a chiamarla.

Anche a Roma continuarono a chiamarla la duchessina, ed era attorniata da uno sciame di adoratori che la corteggiavano con molta insistenza. Giorgio, da principio, era gelosissimo; ma Lalla, in poco tempo, seppe ridurlo alla ragione.

Aldo pensò di suonare il campanello per domandare dell'inchiostro alla serva; ma poi ricordò che questa, dopo la prima settimana di amabili premure e di sorridente zelo, era diventata assai acida e breve. Aldo quindi rifuggiva dal chiamarla, ed era contento quando non la incontrava per le scale. Si guardò intorno in cerca d'una bottiglia d'inchiostro. Aprì cassetti e tiratoi.

Lentissimamente ella aperse gli occhi: con uno sguardo smarrito li girò intorno a , poi fissando il professore, un'espressione di sgomento le si delineò nel viso. Loreta, Loreta! egli ripetè con una intonazione supplichevole, per chiamarla alla vita, alla coscienza, accarezzandole il capo con una carezza soave come quella di una madre.

Ma era una buona giornata, ed ebbe un nuovo lampo di genio: Evelina! E corse sull'uscio a chiamarla. In quali rapporti sei con Pietro Laner? Evelina fissò lo zio attentamente. Non so.... Come prima. Non ti ha più scritto? Non ha più cercato di vederti? No. Bell'asino! Ma subito Cantasirena tornò a calmarsi, e prese la mano di Evelina, stringendola con effusione.

Per gratitudine verso di me vollero chiamarla Letizia, il nome della mia povera mamma; mi invitarono al battesimo, mandarono intorno i biglietti, insomma pareva la casa della felicit

Avvenne adunque che, essendo quasi nel fine del suo vigesimoquarto anno la bellissima Beatrice, piacque a Colui che tutto puote di trarla delle temporali angosce e chiamarla alla sua eterna gloria. La partita della quale tanto impazientemente sostenne il nostro Dante, che, oltre a' sospiri e a' pianti continui, assai de' suoi amici lui quel senza morte non dover finire estimarono.

Parola Del Giorno

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