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Aggiornato: 2 luglio 2025
Sopra la testa di Manfredi posa la corona dei Re; se fosse un cerchio di fuoco, la cingerebbe con meno dolore; una angoscia, come se la lama di pugnale gliele passasse da parte a parte, gli tormenta le tempie; le fibre del suo cervello, quasi riarse, sono stirate con incredibile spasimo; nondimeno solleva quella testa baldanzoso quanto in un giorno di vittoria, e dimostra che l'orgoglio dominer
Terigi dispone d'annullare il nuzial. Nasce un bordello, e lo sposo è sfidato ad un duello. Chi potesse veder dentro al cervello di chi sceglie agli uffizi col suo voto, e ricercar perché piú questo o quello rimanga eletto e col suo bossol vuoto, credo che rideremmo nel vedello, e ci riuscirebbe il caso ignoto, e che daremmo a tutti alfin ragione della diversa lor disposizione.
Che importa quella parola? bisogna vivere e fare li fatti suoi. CRICCA. Andiancene presto a casa. PANDOLFO. Vorrei aver un campanil in testa per stare piú sicuro. Oh oh, son morto! CRICCA. O povero padrone, per parecchi giorni non avrai pedochi in testa, ché tutti saranno pesti o fuggiti per la paura! PANDOLFO. Dubito che il mio cervello non sia balzato un miglio fuor della testa.
Per altro, egli non era il momento di trattenersi su quelle frasche. Mandò giù la ingrata sensazione di quel primo incontro con lei; la ebbe anzi per una fisima del suo cervello ammalato, e si presentò al marchese, per dargli ragguaglio della sua legazione.
TRAPPOLINO. Tu devi avere cattivi vicini, neh vero? MALFATTO. Sí, sí, sto qua vicino; e vorria parlare a colui che sta qua dentro. TRAPPOLINO. Chi è? come ha nome? MALFATTO. Non me ssi aricorda a me. O Luzio, come se chiama quello ch'io te dissi ch'io cercavo? LUZIO. E che ne so io? A me lo dimandi? Tu non hai buon cervello. MALFATTO. Dove sei andato? Olá! Tic.
Confrontando i pregi di lei colla mia tempra e colla riputazione di cervello balzano confermata dai miei stravizi, mi mancava affatto il coraggio di esprimerle colle parole quello che le avevo gi
Se la fortuna maligna ci fece il cervello senza gambe, o perchè non ci approfittiamo del giudizio dei nostri vecchi?
Oh che pensiero doloroso! Perchè gli era venuto? Non l’avrebbe cacciato mai più: lo sentiva mordergli il cervello ed il cuore, avrebbe dato la vita per poterlo respingere. Trasognato per la febbre, smarrita quasi la percezione delle cose esterne e la coscienza del proprio stato, seguiva con lucidezza tormentosa la disputa orrenda che gli lacerava l’anima.
Oh, io non mi lascio pigliare! Non appena, nel cervello del marchesino Sappia, fu entrata l'idea, che parlando all'amico di quella gran cocotte di Parigi, il proprio prestigio di uomo di mondo ne sarebbe ingrandito di cento palmi, cominciò a lodare e a magnificare Nan
Per intendere la sicurezza del Giuliani, e come e perchè egli si facesse agevole ogni cosa, egli che aveva dovuto sudar tanto e stillarsi il cervello, solo per iscoprire un filo di quella trama tenebrosa che circondava la casa dei Salvani, bisogner
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