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Aggiornato: 2 settembre 2025
Ma, dopo questo, l'artista si ritrova deserto e solitario. Si guarda dattorno: qualche cosa gli manca, ha la sensazione di un vuoto enorme. Gli manca il suo grande amico, il giustiziere sconosciuto, il cervello immenso che accoglie e fa sue tutte le novelle idee, l'anima straordinaria che comprende, indovina, intuisce tutte le vere passioni: l'artista ha bisogno di una eco potente, sia di biasimo, sia di plauso: ha bisogno dello sprone che gli punga i fianchi come ad indomito corsiero; ha bisogno della voce imperiosa che gli faccia bollire il sangue nelle vene. Così fra l'artista ed il pubblico si stabilisce un invincibile legame che nulla potr
L'idea che quel ragazzino porti la iettatura attraversa subito il cervello del commendatore, il quale comincia a dire, con rabbia repressa: Che bel bambinone! guarda come si diverte! ah, mi fa tanto piacere, quando i ragazzini si spassano così! bravo, bravo!... E rivolgendosi al generale: Perchè non lo fai mettere a letto? A momenti, a momenti!
Oh lo strazio che deve aver torturato il cervello di quest’eroe sul letto di morte!
Il conte di Nubo amò le donne con veemenza ma credendole e stimandole anche meno degli uomini. Egli le amò dei sensi e del cervello; giammai del cuore. Ed ecco perchè non commise mai sciocchezze, a causa di passione. La donna, secondo lui, rappresentava in societ
(tutto agitato dalle sue idee, che ribollono) Dal primo balenio del sospetto ho frugato nel cervello di lei con l'acume, col rigore e con l'accanimento d'un poliziotto che frughi nel nascondiglio di un malfattore. Nulla ne ho cavato fuori che avesse la precisa vivezza della verit
Non gli dicevo nulla e fingevo di sorridere sotto la pioggia dei versi che mi picchiavano il cervello, perchè avevo giurato di non inasprire colui dal quale non potevo disgiungermi; ma nel silenzio infuriavo e gli andavo sopra con le verghe a fargli sanguinare le carni.
Escito dalla dolce esaltazione di poco prima, tornava a veder le cose dal lato pratico: però alcun che di quella esaltazione gli era rimasto, ed unito agli altri suoi pensieri creava una specie di caos nel suo cervello. E donna Maria?
Egli leggeva, postillava, ammucchiava note sopra note e maturava nel cervello allargato dallo studio febbrile la rivista alla quale diede poi tutta la sua intelligenza.
Tu devi duecentosettantamila lire, ho fatto io il conto. Parve che le sillabe di questa dura frase battessero tutte sul cervello dell'infelice, perchè il suo volto si decompose.
Provava l'ambascia di un solletico mortale, abbinata colla sensazione dolorosissima della nuca, ove l'epidermide sembrava ristringersi gradatamente. Non poteva gridare, nè di spasimo nè di rivolta, e tuttavia aveva informi nel cervello lo parole, e le si aprivano le labbra e si movevano invano.
Parola Del Giorno
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