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Aggiornato: 22 luglio 2025
19 Come ch'io avessi sopra il legno e vesti lasciato e gioie e l'altre cose care, pur che la speme di Zerbin mi resti, contenta son che s'abbi il resto il mare. Non sono, ove scendemo, i liti pesti d'alcun sentier, né intorno albergo appare; ma solo il monte, al qual mai sempre fiede l'ombroso capo il vento, e 'l mare il piede.
Nessuno però, per quanto la memoria del fatto fosse terribile, portava odio al fanciullo che n'era stata la prima causa; bensì le care grazie di quella creatura gli avevano conciliato l'amore di tutti.
.... Quale al nascer di Palla alta e immortale Versò dorato nembo Sovra Rodi dal ciel l’eterno Giove, Tali e piú care a te piovvero in grembo Nel felice natale Nove grazie d’amor, bellezze nove. Folle chi mira altrove, Che ’l bello è in te raccolto, Vertú nel petto et onest
La madre di lui, una Marin di Padova, fu intima di mia madre. Ippolito ancor giovanetto fu spesso ospite in casa nostra a Verona e noi conservammo di lui varie care memorie. Ricordo tra altro certi suoi bellissimi versi, che credo assolutamente inediti e ch'egli scrisse una sera, l'ultima volta che lo vedemmo, sull'album di una mia povera sorella, morta anche lei così giovane!
Il dubbio però insinuandosi talvolta qual serpe velenosa nelle sue care rimembranze riusciva a porla per un istante in una dolorosa perplessit
Sentite, eh, come parla dei fatti vostri, al tempo di Romolo... di Coriolano.... Vedi, Annia Luscina? anche di Coriolano! E come vi loda! come vi esalta! Fa bene. E giù applausi! Applaudono tutti e tutto, queste care centurie! Gi
Maria gli portava dei fiori, le rose rifiorite, gli ultimi crisantemi, o le prime viole del pensiero seminate in agosto; egli mostrava piacere, e domandava conto degli animali e delle piante più care, fra le quali aveva passate le ore migliori della vita. Maria pensava a tutto e a tutti, con calma serena, senza confusione fra le molteplici brighe, con quel sorriso degli occhi che indicava la bont
«Ho preso meco le sue lettere; tutte le sue lettere, ed il suo ultimo biglietto che mi annunciava la morte del babbo. Quelle lettere che mi parevano tanto fredde, e che ora mi sono tanto care. Esse riscalderanno il mio povero cuore gelato tra le nevi del Monte Bianco.
Come può l'uomo provvedere alla propria conservazione, alla igiene propria, esercitare la beneficenza e l'amore verso i congiunti e le persone più care, quando non sia in grado di applicare opportunamente i pochi trovati dell'arte farmaceutica?... E la matematica?
A me pare che abbia tutte le ragioni, e che facendo una vita a quel modo, non ci sia nemmeno tempo di volersi bene, e di scambiare le proprie idee colle persone care.
Parola Del Giorno
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