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Aggiornato: 11 giugno 2025


Dunque siamo intesi, disse forte Tognetti. A rivederci, Peppe. Sora Lucia, vi saluto. Teresa!... Aspettate, soggiunse Lucia. Bevete almeno un bicchiere di vino. Grazie tante: ho un affare... sono aspettato. Intanto il giovane si avviava. E a me, non si stringe nemmeno la mano? disse Teresa. Hai ragione, Teta. E tornando indietro, Tognetti strinse con forza la mano alla sua fidanzata. Ahi!

O fortunati, a cui 'l terren natìo è fermo seggio e certa sepoltura: fortunati bifolchi voi se 'l giorno i buoi giungete e col gravoso aratro sottosopra voltate i duri campi, non v'è negato almen tornar la sera a le capanne vostre, a i dolci alberghi, a le dilette vostre compagnie. Voi non arate il periglioso suolo del tempestoso mar: voi gli alti gioghi non varcate giammai de l'orrid'alpi; voi non bevete le straniere fonti. È 'l lungo cammin vostro a la cittade, a la citt

Bevete, prima, un sorso, disse, con quella voce un po' rôca. Bevetti un sorso di quello champagne-cup, odoroso e inebriante: gli detti la coppa. Egli mise audacemente le labbra dove io le avevo messe e bevve, guardandomi. In quel momento Nino Stresa mi piacque immensamente: ma subito dopo, ne ebbi un disgusto immenso.

Vi faccio annunziare, mentre bevete un bicchiere? No, non occorre; rispose pronto il Passano. Non dico per il bere, intendiamoci; dico per il farmi annunziare. Non c'è premura; è una visita senza impegno, la mia. A presentarmi, ci sar

Bancone si arrovesciò a suo modo sul seggiolone, e illuminando la sua larga faccia melensa d'un sorriso beato di compiacente abbandono, disse anch'egli con degnazione di principe in baldoria: Suvvia, sentiamo. Parli pure, dottore, e voi altri bevete, che diavolo!

se per grazia di Dio questi preliba di quel che cade de la vostra mensa, prima che morte tempo li prescriba, ponete mente a l'affezione immensa e roratelo alquanto: voi bevete sempre del fonte onde vien quel ch'ei pensa>>. Cosi` Beatrice; e quelle anime liete si fero spere sopra fissi poli, fiammando, a volte, a guisa di comete.

Via, siate buono, il mio giovinetto! bevete questo bicchiero, fra noi, da buoni amici. E fidatevi di me. io, i miei, non abbiam bisogno di nulla, signore! replicò, con mal celato disprezzo, Damiano.

Il curato evitò di rispondere. Bevete, caro Bazzetta? domandò. No, grazie, ben, due ditini, due soli ditini.... troppo incomodo. E rivolto a me: Io e il signor curato, non s'è mai avuto in venti anni una parola da dire, vero don Luigi? Bevette il secondo bicchiere, strizzò l'occhio luccicante, e ripetè schioccando colle labbra: Un uomo raro.

«Egli suona spesso alla seracontinuò la vecchia, «e fa ballare la gioventù. Ma, signorina, non piangete così. Venite qui vicino al fuoco che, fa freddo, e bevete un bicchier di vino per ristorarviEd accomodatale una sedia al camino, andò a cavar dalla credenza un fiasco.

VIRGINIO. Dio gli facci di bene. STRAGUALCIA. Tocca prima a voi e poi a Dio. Bevete, gentiluomo. GHERARDO. Non accade. STRAGUALCIA. Per gentilezza, entrate drento, tanto che Fabrizio torni; e, poi che la cena è in ordine, cenaremo qui, questa sera. PEDANTE. Questo non è forse male. GHERARDO. Io vi lasciarò, ché ho un poco di facenda a casa. VIRGINIO. Abbi cura che colei non si parta.

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