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Aroma evocatore di paradisi perduti, tutto il mio corpo a brandelli beve il tuo vigore divinizzante e muor di te senza fine!... Ahi! Ahi!... Mi sento morire!... Morire!...

Sovvienle allor del suo destino. Non ha che , per compiere il cammino. Non ha che , per l’oggi e pel domani. Beve alle pozze d’acqua, strappa more alle due siepi, e cupida le addenta. Sol di questo, e d’un sogno, ella alimenta il soffio della vita interïore. Ella sa d’un giardino ove i rosai l’attendono, dai calici di fuoco l’anima vaporando a poco a poco verso l’Ignota che non giunge mai.

Delle passioni umane, oltre i libri, il Falci non ne conosce che una, per il suo caffè nero, quel buon caffè nero un po' lungo della Serafina, ch'egli beve caldo in una scodella larga di maiolica, come se fosse brodetto, e che lo tien alacre e sveglio tutta la notte sui libri, finchè i passeri vengono a saltellare sul davanzale e il sagrestano muove le campane della vicina chiesa.

E si beve peggio; -borbottò fratel Giocondo, che chiudeva la marcia.

Vi aspetto dunque a Montdidier, al Caffè della Pace, dove si beve il miglior fiore di latte che si trovi in tutta la Francia

Le piace di cenare, ma odia i discorsi liberi; beve e mangia benissimo, ma ha un inconsiderato amore per i fiori; non è mai triste, ma è capace di guardare la luna con occhi pensosi, Chi, fra le sue amiche, la chiama una posatrice, chi una seccatrice: qualcuna confessa che ella è buona.

La megera posò il suo formidabile naso fra i miei baffi incipienti, e sussurrò. Se sapesse!... Per tutti i santi del paradiso, diss'io, che cosa mi resta a sapere?? Bazzetta è un birbone; mi fa tante corna quanti ho capelli in testa; è uno sfaccendato. ...ato, ripeteva la fanciulla. E vi ha contata la storia del medico e del signor sindaco a modo suo... è un birbone! Beve come una spugna!

Vacce piano, nun te lo beve' tutto. Ma piuttosto de beve' a 'sta maniera; Ma dico, dimme un po', ma tu lo sai Si lui, Colombo, proprio de dov'era? De dov'era? Lo vedi com'è er monno? Quann'era vivo, ch'era un disgraziato, Se ' che gnisuno ci ha badato, E mo che nun c'è più, tutti lo vonno. Nun fa gnente? Ma intanto t'arisponno.

Lorenzo disegnava, ma il suo sangue ardeva; e in quella guisa che un terreno arsiccio beve avidamente uno spruzzo d'acqua e ne fa sparire in breve ogni traccia, il suo sangue si beveva quel soffio delicato, e riardeva sempre più forte. Ma presto venne il punto che egli non potè più durarla, e alzando il capo verso la contessa, ne disse una delle sue, la più grossa che le avesse ancor detta.

VIGNAROLO. No. PANDOLFO. Che il savio mangia bene, beve meglio, ben vestito e sempre a spasso; l'ignorante, sempre scalzo, nudo e morto di fame e di sete, e sempre stenta e fatica: perché il savio conosce l'occasione di far robba, si mette a pericolo una volta per non stentar sempre; l'ignorante non si cura dell'utile si provede. «Tu hai poco senno e manco ventura»: se tu saprai conoscerla, felice te!