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Aggiornato: 14 giugno 2025
Le rispondo che è bellissimo; ma ella è gi
Io, invece, avevo commesso la vigliaccheria di rinnegare ogni mio ideale, la profanazione di stringere tra le braccia quasi consacrate dal suo bellissimo corpo, di baciare con le labbra che erano state ribaciate dalle sue, vilissimi corpi e impure labbra insozzati dell'imbrattamento di altri contatti non meno vili ed impuri. Mi sentivo soffocare dalla nausea di esser potuto giungere a tanto. La grande idealit
Quand'Ella, madama, udiva qualche bel finale del Rossini, o vedeva qualche bel quadro in un ballo del Viganò, Ella non poteva lasciar d'esclamare colla parola oppur col solo atto della mente: Bello! bellissimo! Ora quel «bello! bellissimo!» che altro era se non una confessione della potenza di dilettare ch'Ella riconosceva nel finale o nel quadro?
Ma fra tutti gli scritti pubblicati dal Mazzini con l'animo amareggiato dalla triste pace di Villafranca, bellissimo per elevatezza di concetto, per nobilt
Gli allievi del Conservatorio portavano un'uniforme poco dissimile da quella dei commissari di polizia, vale a dire una marsina verde scura con bottoni dorati e cappello a barchetta. Il giovedì e la domenica, quei giovani musicisti dell'avvenire passeggiavano a schiera sui bastioni e sul Corso. L'alunno Antonio Cagnoni scriveva la sua prima opera Don Bucefalo, mentre a Giuseppe Verdi era negata l'ammissione nel Conservatorio, dietro verdetto di un professore di pianoforte onnipotente. Il maestro Triulzi, orribile a vedersi, dava lezioni di canto alla bella Pinoli ed alla Iotti. Rolla, e più tardi Cavallini, dirigeva l'orchestra della Scala, che contava fra i suoi migliori istromentisti l'Ernesto Cavallini solista di clarinetto, il Daelli oboista, Rabboni professore di flauto e Merighi professore di violoncello. Ferrara creava eccellenti allievi nel violino. Angelo Mariani, bellissimo giovane, dirigeva il concerto e l'orchestra del teatro Carcano nell'autunno dell'anno 1846 e nella primavera del 1847. Alberto Mazzucato scriveva pel teatro delle opere più o meno accette, e dettava articoli di arte nella Gazzetta Musicale, edita dal Ricordi. Anche il Lucca, editore di musica, istituiva un giornale artistico letterario, l'Italia Musicale, dove il Cattaneo, il Raiberti, il Rovani, il Ceroni, il d'Azeglio, il Vitali ed il Piazza scrivevano articoli svariatissimi. Il cavaliere Andrea Maffei donava all'Italia le sue splendide traduzioni di Schiller e di Moore, e il prevosto Riccardi, con un libro nel quale si prediceva vicinissima la fine del mondo, destava il più vivo all'arme nel pubblico. Correvano trascritte brillanti poesie di Ottavio Tasca in onore della Cerrito e della Taglioni. Tutte le strenne che uscivano in Milano portavano una ode od una novella di Pier Ambrogio Curti. Il maestro Bonino giungeva desiderato nelle sale della più eletta societ
Il fuoco degli assalitori era diminuito; di tanto in tanto qualche nuvoletta di fumo appariva improvvisamente sul Orizzonte, e qualche scaglia veniva a cadere ai nostri piedi. Datemi un po' il canocchiale Domandai a un'artigliere, un bellissimo giovane.
Sì, la casa di Flopi. Egli vive solo, ora; voglio dire non vive a palazzo. Ha un bellissimo appartamento sulle Zattere.... Con la bellissima compagna! concluse Giselda, che si lasciò sfuggire una risatina troppo stridula per essere sincera.
Scendemmo dal battello al ponte, presso il grande ospedale militare ed io mi recai subito alla riva accanto all'albergo, per sapere qual fine avesse fatta la gigantesca tartaruga. Essa stava distesa su un carro a due ruote, legata con funi e accuratamente avvolta in scorze d'albero, quasi si fosse voluto preservarla da un raffreddore. Molta gente stava ad osservarla attentamente. Il guscio robusto era di un bellissimo color bruno con macchie nere; la testa pareva quella di un'aquila e perfino la bocca aveva la forma di un becco. Viveva ancora e guardava gli astanti con occhi spalancati pieni di stoica indifferenza; sembrava quasi volesse dire: «Tu sei una creatura più abominevole di me, o uomo, e cento volte più crudele e vorace del pescecane, tu che strappi alle profondit
Alle 3,30 del giorno 29, con bellissimo tempo, lasciavamo l'albergo e giungevamo in un'ora al Casòn di Formin.
Dietro, sola, altiera, avvolta maestosamente nelle pieghe del suo mantello rosso, veniva la bruna; nulla si leggeva nelle linee del bellissimo volto; ella non dava segno di dolore o di sdegno: chiusa in sè, nella forte e coraggiosa anima sua, non chiedeva compassione.
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