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Aggiornato: 30 giugno 2025
Cedendo alle insistenze di sua moglie, Alberto dovette dar una spiegazione sommaria di quel pregiudizio popolare. L'ha gettato l'Irene il soldo? domandò Diana ansiosamente. L'ha gettato con le sue mani? Sfido io! Vuoi che sia stata Bebè? Pentita d'aver messo così a nudo il proprio egoismo, Diana cercò di consolare la bambinaia. Non devi pensarci altro.
Piglia e insacca. E io non la so. Oh Dio! È vero. Non l'ho mai studiata. Sono passato da una bambinaia toscana ad una governante inglese e da questa ad una tedesca. Hai fatto le cose da signore. Senza fatica. E sono un'ignorante. Tornaci e te la caverai benissimo. Ma sì. Tre lire per lezione, due lezioni la settimana, sono sei lire la settimana: ventiquattro lire il mese.
La sera, prima che la famiglia uscisse in gala per recarsi al Caffè d'Europa, la piccola Agnese, che serviva in casa da sguattera, da cuoca, da cameriera e da bambinaia, veniva sempre lisciata e vestita di tutto punto dalle mani stesse della contessa Orsolina, che si assoggettava, non senza dispetto, a quella disgustosa operazione, pur di tener alto il decoro della casa. È da sapersi poi che la Contessa la chiamavano tutti Orsolina, col diminutivo, soltanto perchè ciò le faceva piacere; ma, in verit
Poi, otto giorni dopo, appena finita una scena assai burrascosa colla nuova bambinaia che le aveva dato una rispostaccia, la Signora andò per trovare l'Agnese all'ospedale; ma quando ne disse il nome all'infermiera, le risposero che la poveretta era spirata nella notte.
La Contessa diceva che la bambinaia era indolente, disordinata, che non aveva cuore, nè pulizia; e siccome Agnese si crucciava e appariva mesta e mortificata, la sgridava di più, perchè metteva il muso.
E fu peggio, quando nacque in casa un'altra bimba, e Carmela fu costretta a fare anche da bambinaia, e guai se non toccava la sua sorellina con tutta delicatezza! Se la bimba faceva capricci, la colpa naturalmente era di Carmela, e a lei toccavano i rimproveri e le busse. Di carattere dolce, non diceva nulla, non si lagnava, si rassegnava alla sua trista sorte e piangeva in silenzio.
O perchè non se ne occupava oggi? Umm, umm ella fece per richiamare la sua attenzione. Buondì, Bebè disse il giovine. Diana tentennò la testa. Ah, è cattiva... Or ora la consegno all'Irene che la porti a letto. L'Irene era la bambinaia. Bebè protestò nel suo linguaggio contro la perversa intenzione. Umm, umm. E guardava Bardelli quasi per invocare il suo aiuto. Vuoi venire con me?
Diana se l'era presa sulle ginocchia, ne lisciava i capelli, ne cercava sotto l'inviluppo dei lini le gambine stecchite, la palpava da ogni parte; e un'espressione di pena, d'angoscia si dipingeva sulla sua fisonomia. Bebè piagnucolava, tendeva le braccia alla bambinaia.
Per la bimba pareva tutto ciò un tesoretto, e un tesoretto, certo, doveva sembrare anche a Menico. Ma la Rosalia aveva spiata la bambinaia quando stava disponendo le sue robuccie; aspettò appunto che andasse per abbigliare la mamma, entrò nella soffitta, si spinse sotto la cuccia, tirò fuori la scatola, e portò via ogni cosa.
San Giustino gridò: Buon viaggio. E rivolgendosi in particolare ad Alberto: Voi almeno tornate presto... Se non si batte il ferro fin ch'è caldo.... Mentre queste parole oscure si perdevano nel romore dell'acque scroscianti, l'Irene tirava fuori misteriosamente un soldo dalla tasca del vestito e lo slanciava lontano. Era uno scongiuro insegnatole da una bambinaia con cui aveva fatto amicizia.
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