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Aggiornato: 18 luglio 2025
Tal parlava implorando, e il guardo acuto Più che punta di stral figgea nel volto Radïoso del Sol, quando a un sol punto, O che vero ei mirasse, o che a l'ardente Spirto facesse illusione il senso, Visto gli venne un portentoso aspetto, Onde il cor gli balzò. Come ne l'ora D'un purpureo tramonto, ove più ferve A piè de la Scillèa balza il vorace Turbo estuöso del latrante mare, Sorger vede il nocchier vigile un roseo Fantasima di donna, a cui ghirlanda Sono i raggi di cento iridi, e molle Guanciale il fior de le fioccanti spume; L'affisa egli ammirando, e, se in quel tempo Gli sorride ne l'alma un dolce amore, L'oggetto dei suoi voti in lei ravvisa; Così a fior del fiammante orbe del sole Nuotar vede l'Eroe trepido un'ombra, Incerta ombra da pria, che umana forma Man mano assume e leggiadria cotanta, Che la viva in suo core Ebe gli sembra. Esultò giubilando, e in queste alate Voci si effuse: Oh! ben t'è stanza il sole, Ben t'è regno la luce, aurea bellezza, Che il petto mio, vago di luce, imperi! L'amor mio non sei tu? L'idolo amato D'ogni speranza mia? L'ala e la possa Del mio pensier? Deh! come fausto io deggio Stimar l'auspicio, che da te mi viene In quest'ora solenne! Ecco, gi
Oh, per la barba.... Di' pure, per la barba di Aronne.... Ma sì, vi assicuro, frate Alessandro. Vedete la fodera, che è candida come la neve, ed intatta. Guardate l'orlo della balza!... Se non è nuova fiammante, e non mai escita dalla casa di Abner, possa io non veder più la mia figliuola Noemi! Ah, la piccola Noemi! Si sar
Erano le cinque dopo il meriggio, quando egli giunse a Fiumalbo, e salutò la petrosa balza del Cimone, tinta di rosso dai raggi obliqui del sole, che andava a nascondersi dietro l'Alpe di San Pellegrino. Capitolo II. I re della montagna. Il Monte Cimone, alle cui falde era confinato il conte Gino Malatesti, è la più alta vetta dell'Appennino centrale.
Uccidi! Uccidi! Costanza. L’amore. Ella ha risposto a voce bassa vibrando il colpo nel petto dell’uomo e lasciandovi il ferro. Balza indietro perdutamente, e lo guarda barcollare. Gherardo Ismera. Amico, fratello, tu mi vedi. Egli trattiene lo spirito nella ferita con uno sforzo sovrumano. La notte dei cipressi è sopra la sua fine.
Vittoria sanguinosa dell'ideale umano che balza dall'uomo morente all'uomo vivo attraverso le ostilit
Dov'è questa Ninfa, che io non la vedo? disse Aminta, volgendo gli occhi al sommo della balza. Eccola! disse Gino, indicando Fiordispina. La fanciulla era seduta sul masso, e la sua bella testa di Minerva Glaucopide spiccava con la precisione di un antico cammèo sul fondo azzurro del cielo. Vada per il complimento! rispose Aminta, ridendo. Ma non ha i capegli d'oro, che ci ha promessi Don Pietro.
Una luce funesta ha balenato su l'anima di Beatrice. Immemore del verginale decoro ella balza dal letto, e non rifugge, o non sente di lordare il piè nudo nel sangue, di cui è inondato il pavimento. Appoggia le mani su i capelli del moribondo, gli volge la testa... è suo padre!
La madre è riuscita a strapparle l’arme; e balza indietro, tenendola serrata nel pugno. Entrambe ansano; ma la figlia è sfigurata da un’ira selvaggia, addossata alla balaustra, tutta bianca sul nero dei cipressi. Costanza. Figlia, figlia, che volevi fare? Ella le parla sommessa, con le mascelle malferme, atterrita dall’aspetto di quella furia vertiginosa. Mortella.
Alfine, alfine balza il mio treno ed è incanto! nella mollezza diffusa di questi pesanti ventagli odorosi di rugiada e di brezze lascive, che la notte trascina, senza fine, lontano, sui balsamici fieni!... Ahimè! Presto svanì quella gioia squisita!...
Il capo dell'impresa! fischiano dietro ad Ugo Bonifazio ed Eustachio: e poco dopo Baldo accorre dalla valle. Ugo lancia il cavallo così da averne mozzo il respiro, lancia e smania! Eccolo al ponte di Ildebrandino: entra nel castello, balza d'arcioni gridando: Io voglio combattere i nemici! Qui si raggrupper
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