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Aggiornato: 28 luglio 2025
Ottimamente, da astuto nemico che conosce il terreno, replicò il generale, ridendo. Ma questo mi fa pensare che la Balma non è così forte come sembra. La posizione è stata girata, Dutolet; come laggiù.... ti rammenti, mio bravo? E quanti valorosi ci sono caduti, incominciando da te!...
Oramai, per ritornare al Castèu, come per venire alla Balma, non passava più dal sentiero della montagna. «Lo penso» andava intanto ripetendo tra sè: «Lo penso!» E pensò egli pure; pensò che il Dutolet aveva ragione anche lui, se pensava che egli, Maurizio, non fosse il miglior compagno di lutto per il vecchio castellano della Balma. Rovine!
Un sospetto s'affacciò alla mente di Maurizio; il sospetto che tutta quella arrabbiatura a freddo fosse stata un pretesto. Se così era, l'orso bianco della Balma poteva anche passare per un uomo di spirito. Ma ugualmente per un uomo avveduto? Maurizio fece il suo esame di coscienza con tutta sincerit
Egli, egli solo, aveva introdotto il gran nemico in casa. Che dolore, e che orrore! Egli amava più che mai quella donna; e quella donna era di Dio. Andò alla Balma il giorno dopo, di mala voglia, soffrendo in ogni parte dell'esser suo, nè ben sapendo di che. Trovò la contessa al suo telaio di ricamo, pallida, cerea nel volto, ma calma.
E dovevano esserci ogni giorno alla Balma molte ore di noia. Anch'egli, il signor Maurizio, si sarebbe annoiato al Castèu, senza i suoi libri, senza il suo disegno di scrivere un'opera. Ah, come voleva mettersi presto al lavoro! Su presto, adunque, in ordine i libri, le carte, gli strumenti; e fatto ciò, sùbito un buon orario da imprigionarcisi dentro, come il filugello nel bozzolo.
Quello era stato un dono fatto cento cinquant'anni addietro alla chiesa da un Sospello di Balma. In una cappella laterale, dentro una gran nicchia protetta dalla sua invetriata, si vedeva una statua di san Giorgio a cavallo, in atto di piantar l'asta nella gola spalancata del drago.
Cuori infermi. Così finiva la quaresima, vedendo Maurizio la contessa Gisella ogni mattina alla sfuggita quando si usciva di chiesa, ogni sera più lungamente quando egli andava alla Balma; non più altrimenti, come avrebbe potuto sperare dal ritorno alla buona stagione, da lui con tanto ardore invocata. E parlava di cose vane con lei, quando c'erano altri in conversazione; e non parlava più affatto quando restavano soli. Quei due poveri cuori sembravano divenuti l'uno all'altro stranieri; tra quelle due coscienze, gi
Bravo, correte; gli disse Gisella con quella stessa amabile sollecitudine che avrebbe usata in altre occasioni per trattenerlo ancora un poco alla Balma. Immagino che il dottore conosca la strada. Se non la conoscer
Si sentiva sempre la contessina dei tempi andati; tutti i servi della Balma l'avevano sempre veduta andare e tornare liberamente, scorrazzare a quel modo. Di che temete, Maurizio? chiedeva ella, con la sua bell'aria di sicurezza, donde traspariva anche un lampo di celia amorevole. Voi v'immaginate che tutti vogliano occuparsi dei fatti miei, e mi date più importanza che io non ho.
Giunto alla Balma, trovò tutta la casa in trambusto. Ascese le scale volando, come diceva Filippo; seguito da lui entrò nell'appartamento del generale. Il medico Soleri stava gi
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