Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 3 giugno 2025
Il volume dell'Inchiesta agraria consacrato dal compianto Morpurgo ai Contadini del Veneto attesta che nel mio giudizio non c'è alcuna esagerazione. Del Mantovano e di qualche altra zona della bassa Lombardia si potrebbe dire altrettanto.
Sicché ora, sfolgorante di stonate policromie, e sempre olezzante di grassa cucina, ricetta una sceltissima falange di giovani archeologi, venuti in Roma a raffinare il gusto nativo con lo studio dei libri tedeschi; e dalla vetta solenne del Campidoglio, in bella simmetria col Monumento al Padre della Patria, attesta all'Urbe la gloria di Guglielmo imperatore e del metodo scientifico alemanno.
Su ciò considero, forse le parole attribuite al Re voglionsi riputare fandonia, e la canzone attesta la fantasia del Poeta, non altro; sar
Consenso dei popoli: la storia d'ogni nazione attesta che l'adulterio fu sempre e dovunque ritenuto un grande peccato, differente dalla semplice fornicazione.
È libro notabile perché vi sono raccolti molti documenti pubblici concernenti quei fatti; ma il CANTÙ, Cronistoria dell'Indip. ital., vol. 1, p. 869 attesta: «questo è lavoro del consigliere CARLO CASTIGLIA, che lo esibí a me e ad altri, prima di venderlo al Fabi, che lo stampò per suo».
II. E' pure peccato mortale incoraggiare commedie notevolmente oscene col danaro e con gli applausi in teatro, perchè in questi casi c'è positiva cooperazione a cose mortalmente peccaminose. Così pensa, contrariamente a qualche teologo, S. Liguori, l, 3. n. 427, il quale attesta di aver mutato parere dopo di essere stato di opinione contraria.
Li ho veduti io, marciare alla testa degli Austriaci contro di noi. Un altro fatto che attesta grandemente il progresso umano della nostr'et
E sì veramente l’amore, e l’amor di Selvaggia (e ben ce lo attesta il suo Canzoniere) gl’ispirarono i versi, e quel dolce stil nuovo che differenzia i poeti dai trovatori. Perchè, per quanto i menestrelli e i trovatori siciliani alla Corte di Federigo a Palermo, (e si aggiunga pure i molti che vi convenivano di Toscana, dove eran gi
Alla casa d'Este non ci era maniera di cortesia ch'ei non usasse; nel suo incoronamento commise al duca Alfonso portasse il gonfalone della Chiesa; ora però noi sappiamo se coteste mostre avessero virtù di trattenerlo dalle insidie nel fine di creare uno stato ai suoi dove gli tornasse più destro: a questo duca invece di restituire Reggio usurpatogli dalla Chiesa, gli piglia Modena cui prima ribella a Massimiliano imperatore, e poi gliela compra per quarantamila ducati; e non basta, perchè non contento di levargli lo stato si adopra torre al duca Alfonso col veleno la vita; più tardi negoziando con Francesco I a Viterbo l'ebbe a restituire, ma in compenso volle, che gli fosse concesso manomettere il duca di Urbino, e questo gli consentì Francesco, secondo il costume dei Francesi, soliti a procurarsi lucro ovvero ad evitare danno alle spalle degli amici; però Lione comecchè avesse ottenuto licenza di stiantare il duca di Urbino se ne trattenne, e ciò perchè (la storia volenterosa lo attesta) Giuliano, il quale nella sventura ebbe fidato esilo nella corte di Guidobaldo di Urbino, non consentì si recasse ingiuria al suo successore: ma egli immaturo periva, insegnamento solenne pel vicario di Cristo a non porre il suo cuore qui dove la tignola rode; invano però che la libidine di averi riardeva nel petto al pontefice vie più. Ora si pubblica il monitorio contro Francescomaria duca di Urbino dove s'incolpa micidiale del cardinale di Pavia, ed era vero, che lo ammazzò alla sprovvista di uno stocco nel petto, dello assalto dato alle milizie pontificie e spagnuole dopo la battaglia di Ravenna, e del rifiuto di unirsi con la gente di Lorenzo dei Medici contro Francesco I. Francescomaria inetto alla difesa scansavasi a Mantova; indi a poco conchiuse tra Francia, Austria, Chiesa, Spagna, e Venezia la pace. Francescomaria si propone a mo' di condottiero di ventura ai soldati dimessi e con essi osteggia il Papa, e ripiglia il suo; ne segue una guerra varia dove Lorenzo tale riceve un picchio nel capo allo assedio di castello Mondolfo, che lo reputano morto. Firenze ne mena baldoria, dopo quaranta dì ricomparisce Lorenzo che fa scontare con lacrime di sangue ai Fiorentini la intempestiva allegrezza. Il duca di Urbino condusse cotesta guerra da ardito non meno che da prudente capitano, minacciò Siena e Perugia, invase la Marca di Ancona, e la Toscana, e se non avesse avuto a combattere altro che armi e' pare, che aria potuto vincere, ma il tradimento non potè; il Papa tentò farlo avvelenare, nè qui riuscendo gli contamina i soldati rapaci, e traditori. Maldonato, Suares, con due altri capitani spagnuoli si obbligano consegnare vivo o morto il duca al cardinale di Bibbiena; senonchè il duca, preso fumo della trama, audace e franco gli accusa davanti ai soldati invocando l'antico onore spagnuolo; gli va bene il tiro che gli Spagnuoli accesi e adulati lì per lì gl'impiccano; tuttavia il duca, considerando che con cotesti arnesi non vi era a fare a fidanza, nè parendogli prudente esporli al cimento della seconda prova, molto più che erano creditori di ben 100 mila fiorini di paghe, nè egli sapeva, per soddisfarli, a qual santo votarsi, piegò agli accordi col Papa abbandonando per la seconda volta il ducato, che venne tosto conferito a Lorenzo. Quantunque l'animo di Lione fosse fallace peggio del mare in bonaccia pure non mancò chi ebbe cuore per domandargli onde tanta ira contro Francescomaria della Rovere, al quale egli celando la vera, o almeno la più prossima, palesò la causa più remota, ed era: «corrergli l'obbligo di punirlo della sua contumacia, imperciocchè dalla pazienza del principe ogni barone avrebbe baldanza a contradiarlo; potente avere trovato la Chiesa, e potente volerla lasciare.» Nella storia davvero percuote la mente la strana persistenza dei casi umani, che sembrano ostinarsi a torre, e a dare questo ducato ora ai Medici, ora ai Della Rovere finchè dopo avere una di coteste famiglie inghiottita l'altra vengono ambedue sommerse dalla morte. Lorenzo anch'egli dopo avere affaticato la mente dello zio Papa per farlo principe grande; e dopo essere riuscito a farlo entrare nella casa di Francia, in virtù del matrimonio con Maddalena della Tour, manca alla cupa ambizione di casa sua morendo della turpe infermit
V’hanno arazzi di squisita fattura e suppellettili di non ordinaria bellezza, e tutto un corredo di argenteria, che attesta munificenza di Pretori e dignit
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca