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Aggiornato: 7 giugno 2025
Ma anche in quei momenti si parlavano assai poco: l'uno nervoso, irritato perchè offeso nel suo orgoglio, pieno di desiderii per quella donna ammirabilmente bella, che era sua moglie e gli apparteneva così poco: l'altra sempre assorta nelle sue tristi meditazioni, sollevando appena di quando in quando i suoi occhioni, in cui la sofferenza metteva spesso delle lacrime. Passò un mese.
Dimenticato ogni rancore e sopito il malcontento che gli aveva fino allora avvelenato i pensieri, s'era messo con lena a lavorare, e vi stava quasi tutto il dì, non distolto da nessun'altra cura. In breve, quella vita solitaria, tutta occupata, tutta assorta in un'idea, in una speranza, divenne per lui una consolazione, un bisogno dell'anima.
Poi che tacque, le posai una mano a sommo della fronte, e lentamente insinuai le dita nella folta selva de' suoi capelli. Ella mi lasciò fare, parecchie volte, reclinando un po' la faccia, sotto la dolce pressione: come assorta, scoprendo la bocca e la gola alla luna.
A che pensava?... Guardava, fissava l'ultima striscia luminosa del cielo, che appariva appena sulle case alte.... A che pensava? Era assorta, intenta, era diventata pallida: pallida e triste. Erano i nervi, eccitati dalle commozioni di quei giorni? Era la stanchezza, la fatica fisica, morale che aveva dovuto sostenere e che si faceva sentire allora, in quel primo momento di riposo?
Quando nel 1851 Anna venne la prima volta al paese di Pescara, era prossima la festa del Rosario, che si celebra nella prima domenica di ottobre. La donna si mosse da Ortona a piedi, per sciogliere un voto; e portando chiuso in un fazzoletto di seta un piccolo cuore d’argento, camminò religiosamente lungo la riva del mare; poichè la strada provinciale non ancora in quel tempo era praticata, e un bosco di pini occupava molta estensione di terreno vergine. La giornata pareva dolce, se non che nel mare le onde andavano crescendo, ed all’estremo limite andavano crescendo in forma di trombe i vapori. Anna avanzava tutta assorta in pensieri di santit
Esitò un poco, involontariamente assorta nel ricordo; avrebbe voluto tacere, sentendo ch'era difficile manifestare all'uomo l'esaltazione della fanciulla, convincerne lui, così logico e normale. Ma l'ansiet
Matilde pose un bacio sulla fronte del padre; accomodò la lampadina perchè la luce non desse fastidio al giacente, e s'allontanò in punta di piedi. Lisa era così assorta ne' suoi pensieri che non sentì venire la padrona, e questa la dovette toccare sulla spalla. Sei incantata? Oh scusi.
La fanciulla innocente cominciava ad aver i più strani presentimenti. Teneva i suoi occhi fissi sulla principessa: la studiava, la scrutava. Enrica si volse, mentre Diana era appunto assorta in uno di questi attentissimi esami. Perchè mi guardi così? le disse. È proibito guardarti? rispose Diana, le cui parole non corrispondeano punto al pensiero. Tu rimani a pranzo con me stasera?
Più volte traversò la corsia senza scopo, e, nell'oratorio, invece di recitare le solite preghiere, rimase assorta in riflessioni profonde, e tratto tratto fu udita sospirare: Sono quasi vecchia... Ma! Ma! Cosa fare?... Pensava al mondo cui aveva desiderato di tornare, e le pareva che fosse un deserto. Si hanno dei parenti, degli amici; ma col tempo i vecchi muoiono, i giovani si disperdono.
Come?... Come trovarli? Come farò? E rimase a lungo immobile, diritta, sola in mezzo alla stanza. Lo zio Matteo se n'era andato chetamente. Rimase assorta, intenta, a pensare, a pensare.... colle ciglia aggrottate, colla riga bianca in mezzo alla fronte, sempre più profonda, sinistra. Come trovarli? Come farò? A un tratto ebbe un lampo di gioia negli occhi, nel viso: era la decisione. Sì!
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