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Aggiornato: 12 giugno 2025


Lunga, asciuttina, coi capelli color di stoppa.... una connocchia vestita.... perchè no? io sono grassoccio, ho i capelli neri.... Arturo Shopenhauer benedir

I quattrini, diceva Arturo Ceretti, son tutto; ed io ne ho, dei quattrini! Ora vedremo un po' se non si ha da venirne a capo. Certa gente ha il privilegio dei mali pensieri. Chi mal fa, mal pensa, dice il proverbio. E il nostro Don Giovanni da dozzina aveva fatto un conto, come sanno farne i suoi pari.

Essa non gli aveva detto nulla dell'insolenza del Ceretti e de' suoi ardimenti ingiuriosi. Però il Salvani, appena fu tornato dalla piazza de' Banchi, salì tranquillamente al primo piano, in casa Ceretti. Il biondo Arturo era seduto alla sua scrivania, in mezzo a fasci di carte bollate e non bollate, scritte di locazione, atti di citazione, conti di capomastri e va dicendo.

Il cappello era di feltro nero, come quello di tutti gli altri mortali; ma noi mettiam pegno che se il giovine Arturo Ceretti avesse potuto spiccare dal chiodo uno di que' cappelli d'oro che stanno per insegna sulle botteghe di certi cappellai, lo avrebbe volentieri portato.

Il trimestre era il perno di una ruota che girava di continuo, e i denti dovevano incontrarsi nelle pigioni anticipate; se no, la mercè dei soliti congegni, saltava fuori la citazione dal giudice. Ora, siccome mastro Nicola sapeva leggere poco, e scrivere anche meno, il nostro Arturo teneva i conti, faceva egli stesso le scritte meglio di un notaro, e non gli sapeva male; che anzi ci aveva gusto.

Era presto detto; ma in che modo? Qui stava il busilli. Così pensando, Arturo s'era alzato dal banco e passeggiava per la camera, con le mani raccolte dietro le spalle e contando con gli occhi i quadrelli del pavimento. Ma i quadrelli non gli insegnavano nulla.

Merlino, il savio incantator britanno, fe' far la fonte al tempo del re Arturo; e di cose ch'al mondo hanno a venire, la fe' da buoni artefici scolpire. 40 Questa bestia crudele uscì del fondo de lo 'nferno a quel tempo che fur fatti alle campagne i termini, e fu il pondo trovato e la misura, e scritti i patti. Ma non andò a principio in tutto 'l mondo: di lasciò molti paesi intatti.

Enrico, Arturo ed io siamo sempre stati tre ragazzi distratti e spensierati, pei quali la vita non è che un gioco. Quando si hanno due belle case, sei persone di servizio, tre cavalli in istalla e i mezzi per soddisfare oltre ai bisogni i capricci, è naturale che una ragazzina creda che la vita sia una bella commedia e che le sia toccata la parte di prima donna.

Vi farò la corte scioccamente, come ve la potrebbero fare Giorgio, Arturo, Adolfo o Gino. Poi, in un intervallo finto, fingerò di venire io stesso a farvi una visita, e vi dirò quello che vi direi... Mi piacerebbe più quello che non mi direste. Tristi cose in verit

Quel giorno poi gli cascava addirittura il cacio sui maccheroni. Lorenzo usciva, e gli teneva dietro il servitore. La fanciulla era dunque sola, solissima, e il nostro Arturo poteva spiattellarle l'animo suo.

Parola Del Giorno

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