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Aggiornato: 12 giugno 2025
Sì, me ne vado; rispose il biondo Arturo, mentre cercava di racconciarsi alla meglio le vestimenta sgualcite, me ne vado.... Ma coster
Mi aspettano, sa? e se ella vuol far tappa nel tugurio della mia Gina, è un'amica del di lei babbo, la dev'essere una festa davvero! Il signor Arturo, Baccio tu lo conosci, aggradì l'offerta. Ci incamminammo, aggrappandoci alla meglio per gli scogli irti di sterpi. Ma la via del ritorno par sempre buona. Almeno sembrava tale allora per me.
Non oggi, non oggi. Si ride, proseguì Agenore, accomodando la benda al cieco, e si ride a torto, della teorica dell'amore di un filosofo tedesco, Arturo Shopenhauer, la teorica del completamento, secondo la quale gli organismi cercano istintivamente di completarsi coi loro contrarii, l'uomo sanguigno colla donna linfatica, l'uomo bruno colla donna bionda, il grosso....
"Lei, signor Arturo, ha sentito il suo cuore vivo, vibrante, palpitare sotto una mano adorata! Ma.... e io? e io? e io?! Ah, no! No! No! Dimentichi tutto! Che cosa ho scritto? Sono pazza! Mi deve giurare sul suo onore di gentiluomo, di distruggere, di abbruciare questa lettera, subito, subito. Piet
Ma! milord in cioccolatte sclamò Fernandina. Un maiale! disse Morella. Vivo. Pelato come un uovo, in camicia da notte, porgente un viglietto profumato da una zampa, nel quale milord aveva scritto: «Eccomi qui, sotto una forma che deve piacervi. Amatemi, mio cuoricino. Arturo.» E che fece Ines? sclamarono le due donzelle ad un tempo.
Oh! rispose il nuovo venuto; il mio nome importa poco. Vengo da parte del signor Bonaventura Gallegos. Io non conosco questo signore! soggiunse il Ceretti. Lo so, si affrettò a dire quell'altro, e appunto per ciò il signor Bonaventura mi ha incaricato di dirle queste due paroline all'orecchio. E si accostò al biondo Arturo, il quale, incerto com'era, lo lasciò fare.
Le pietre nere riquadrate formavano la base e il primo piano della casa accennata; e la cornice sotto il secondo piano, colla sua fila d'archetti del vecchio stile lombardo, era anch'essa di pietra dello stesso colore, venuta dalle cave di Promontorio. Anticamente la casa aveva posseduti i suoi portici; ma da un pezzo il vano tra le colonne si era rimpicciolito ad usci di botteghe, e le colonne bisognava indovinarle sotto l'intonaco profano di secoli più recenti. Gli eruditi diranno a chi fosse appartenuta quella casa, e per qual filiera di vendite fosse caduta in balìa di un mastro Nicola Ceretti di Molassana, antico muratore, fattosi ricco più tardi del suo milioncino, e di un figlio unico, il quale, tranne il nome profumato di Arturo e la naturale differenza d'et
Non parlo per celia; gridò il biondo Arturo, senza voler capire che l'accorta giovinetta gli aveva con quelle generose parole offerta un'uscita onorevole; non ischerzo, in fede mia! Son cotto fradicio di Lei, e per andarle a genio, son pronto ad ogni sacrifizio.
Nè l'uno, nè l'altro, scendendo le scale, badarono all'uscio del secondo piano, che era socchiuso, e a due occhi che li avevano spiati da quella breve apertura. Erano gli occhi scerpellini del nostro Don Giovanni da dozzina, del biondo Arturo Ceretti, il quale stava aspettando la partenza del Salvani, per correr su dalla bella Maria.
Ma appena quelle paroline gli furono bisbigliate, il Ceretti rizzò il capo, e arrossendo esclamò: Ma chi è questo signore? Come sa egli?... È un signore che sa molte cose, rispose l'altro, e che può aiutarla ne' suoi disegni. Egli dimora in via Nuova, palazzo Torre Vivaldi, ultimo piano, e l'aspetta in casa fino alle otto. Sta bene, ci andrò. Ciò detto, Arturo si diede da capo a passeggiare.
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